Intervista ad Alessio Bernabei: “In futuro voglio scrivere le mie canzoni”
Abbiamo intervistato Alessio Bernabei, ora disco d’oro per il singolo Noi Siamo Infinito e pronto ad arrivare a un nuovo pubblico.
Alessio Bernabei ad un anno di distanza dall’abbandono dei Dear Jack è determinato e pronto a proseguire la carriera nel mondo della musica. Lo abbiamo incontrato qualche giorno fa, e dopo l’esperienza sanremese il suo bilancio è decisamente positivo: il singolo “Noi siamo infinito” è disco d’oro, anche l’album è su questa strada ed anche da solista ha calcato i prestigiosi palchi dell’Arena di Verona e si è esibito in Piazza del Duomo a Milano in occasione di Radio Italia Live.
Per un artista solista da solo un anno, non è da poco, poi ci sono anche i fans, numerosissimi sui social quanto ai concerti. Oggi Alessio Bernabei aspetta solo di salire di un altro gradino e fare un salto di qualità. Lo abbiamo incontrato per parlare della sua carriera e di ciò che ci farà sentire nei prossimi mesi.
Ciao Alessio,
Un Sanremo e album da solista, oggi come procede?
Torno ora da un periodo di instore tour in tutta Italia dove ho avuto la possibilità di incontrare le mie fans, abbracciarle, baciarle, ed anche quello è importante per un artista, sapere che c’è qualcuno che condivide il tuo lavoro e lo ama quanto te. L’album sta andando molto bene, si va verso L’Oro ma con calma si arriva. Era un po’ un punto interrogativo visto il mio cambio di rotta, era un’incognita, invece devo dire che è andato tutto molto bene e non mi aspettavo questo risultato.
Sei reduce dai WMA all’Arena di Verona e da un Radio Italia Live in Piazza Duomo, due location importanti vissute da solista…
E’ il terzo anno dei WMA ma primo anno da solista, quindi è un po’ come resettare tutto, partire da zero ma con l’esperienza che ho avuto in due anni. L’emozione di prendere un altro platino è incredibile, soprattutto con le tue forze ed essere uscito da un periodo un po’ brutto e difficile. A Radio Italia Live non ero mai stato con la band e vedere una piazza così stracolma ti dà una carica che solo un’artista sa.
Sono aumentate le responsabilità?
Ovviamente le responsabilità sono aumentate, adesso devo tenere tutto sulle mie spalle, prima avevo quattro compagni con cui si condivideva tutto e ci si aiutava a vicenda. Ora invece sei tu l’artefice di successo o disgrazie, non è facile ma da solo cresci anche prima, è avere queste responsabilità che ti costringe a crescere in fretta. Sono molto cresciuto da sei mesi a questa parte.
Ti capita mai di ripensare all’esperienza ad Amici?
Certo, io non rinnego le mie origini, il programma di Amici e Maria de Filippi mi hanno dato la possibilità di arrivare al pubblico e quindi di realizzare al sogno che avevo da una vita che è quello di fare il cantante. A differenza di alcuni che dicono che questi programmi rovinano un po’ la musica di oggi, secondo me no, perchè riesci in pochissimo tempo ad arrivare al pubblico e a far vedere se sei un artista o meno, l’artista continua nel tempo e il non artista si fermerà.
Chi è per te, nella musica italiana, un punto di riferimento?
Mi viene da pensare a Vasco, e penso sia il top della nostra discografia. E’ un sogno poter diventare una leggenda come lui, lavorare come cantante ci sono riuscito… poi piano piano!!!
In che modo hai lavorato al tuo primo album?
Diciamo che il percorso di un artista è fatto di epoche, ogni anno c’è un cambiamento quindi cambi con te stesso, cambiano le tue esigenze, questo era l’album del mio inizio da solista. Da un anno a questa parte sento l’esigenza di scrivere per conto mio, di essere proprio un cantautore, credo che per un’artista esprimersi con le sue parole sia il top. Ho avuto poco tempo per scrivere questo album da solo e mi sono affidato a moltissimi autori che stimo del panorama italiano. Vorrei puntare a scrivere per conto mio o magari anche per altri, un giorno.
Qual è il cambiamento più forte che senti di aver affrontato?
Sono entrato ad amici che avevo 21 anni, e quando sono uscito mia madre mi guardò e mi disse “Cavolo sembra che sei invecchiato 10 anni”. Stare a contatto con la musica ti segna, anche in volto, è una palestra che ti dà il vantaggio di farti maturare ma a livello fisico rimani molto giovanile lo stesso. Molti cantanti che conosco, anche grandi di età, li vedi e sembrano molto più giovani. Mi sento maturato, e sono cresciuto, dai 21 ai 24 è una fase in cui uno cambia, a prescindere dalla musica.
Come raccogli i tuoi input per scrivere e realizzare un brano? Hai momenti particolari o dovunque ti trovi?
Semplicemente prendo il mio cellulare e registro! Che stia al bar o addirittura al bagno, in qualsiasi posto in cui mi viene la scintilla e l’annoto, altrimenti la dimentico subito. Ci sono dei giorni che si passano a voler scrivere senza riuscirci ed altri in cui ti prende l’ispirazione e le mani vanno da sole, è incredibile.
Quando ti sei reso conto che questa sarebbe stata la tua strada?
E’ successo quando alle medie ho studiato clarinetto, ho fatto musica classica e suonato anche nella banda del paese. Poi ho formato la mia prima band con i miei compagni di musica rock e punk, è successo intorno alla prima superiore o terza media. Dopo i primi piccoli concerti ho capito che avrei dovuto fare quello!
Chi per la tua carriera di cantante senti come un punto forte che ha creduto maggiormente in te?
Posso dirti la prima persona che ha creduto in me, che è Miguel Bosè, ci ha creduto fin dall’inizio come se fossi un figlio. Ogni tanto ci sentiamo ancora, abbiamo fatto una canzone Father&Son e lui ci ha creduto fin dall’inizio continuandomi a dire “Tu sei fatto per questo”, lui è stato il primo e tra i più importanti.
Progetti futuri? Quest’estate sarai in tournèe…
Si partiremo dal sud e andremo a toccare gran parte d’Italia fino al nord. Saranno eventi con biglietto a pagamento ma anche gratis, perchè la mia musica è fatta sia per teenager sia per gente adulta, è questo il passo che vorrei fare. Il mio obiettivo è di allargare il range d’età ed il mio pubblico.
ALESSIO BERNABEI – NOI SIAMO INFINITO