La colonna sonora è innegabilmente diventata ormai parte integrante di film e videogiochi, utilizzata non solo per dare più enfasi all’azione o per sottolineare determinati momenti, ma anche per coinvolgere emotivamente il pubblico. Ecco a voi una playlist delle più inquietanti colonne sonore!
- Il primo posto se lo conquista tutto il tema fondamentale della città di Lavandonia nei videogiochi Pokémon della Game Freak. Alla versione originale dei giochi giapponesi di “Rosso” e “Verde” (“Blu” qui in Italia) corrisponde anche un’altrettanto inquietante leggenda detta “Sindrome di Lavandonia”: pare che una serie di misteriori suicidi sia in qualche modo collegata all’ascolto prolungato del brano. Anche se in maniera minore, resta inquietante anche la versione “europea” del brano, trasformata nei giochi seguenti della saga in maniera più malinconica per la presenza in questa città del “cimitero dei Pokémon”. In realtà, per quanto non si sappia se la leggenda corrisponde al vero, l’inquietudine e lo straniamento causato dal brano originale sono reali e dovuti alla presenza nel brano di suoni detti “binaurali”. Questi corrispondono a due suoni con pochissime frequenze di differenza: il nostro cervello si confonde e crea un terzo suono corrispondente alla media delle due frequenze che ha ripercussioni psicologiche molto forti: infatti lo stesso brano ascoltato da uno strumento analogico risulta solamente triste, non inquietante. (Su youtube è presente anche la versione originale incriminata).
- Medaglia d’argento per il tema conosciutissimo di Profondo Rosso, epico film del 1975 diretto da Dario Argento. Dell’intero album, firmato Goblin, noi ovviamente ci riferiamo al celeberrimo tema ossessivo e ricorrente, sulla falsa riga del genere nato con i Pink Floyd. Anch’esso profondamente alienante, ha il “vanto” (se così si può dire… per esempio di notte è più una maledizione) di restare in testa come un ritornello e di spuntare alla vostra mente nei momenti meno opportuni, come quando siete soli in casa e fuori c’è il temporale. Sì, storie di esperienze vissute.
- Il terzo posto è suo di diritto: mi riferisco alla colonna sonora de “Lo Squalo”, film dello stesso anno di Profondo Rosso, ma diretto dalla colonna portante del cinema Steven Spielberg. Praticamente basata su tre note o poco più è considerato in linea di massima uno dei pezzi più coinvolgenti di sempre a causa di un inizio a ripetizione sullo stile di Profondo Rosso, ma meno ossessivo e più “attoriale”, che ricorda la sensazione dello squalo bianco che si avvicina pronto a mangiare chiunque gli capiti a tiro.
- Appena sotto il podio, troviamo la colonna sonora di “Shining”, in particolare quella iniziale detta “Main Title” cioè che appare in compresenza dei titoli di apertura e del famosissimo “Dies irae” inserito dal regista. Meraviglioso horror di Stanley Kubrick, risalente al 1980 e basato sull’omonimo romanzo di Stephen King, ha in sé una colonna sonora inquietante dall’inizio alla fine: lamenti acuti che si sovrappongo a fiati come corni e tromboni dal timbro basso e cupo la rendono indimenticabile e da pelle d’ La ciliegina sulla torta di un film da accapponare la pelle.
- Al quinto posto, troviamo la colonna sonora del claustrofobico “Saw- L’enigmista”, 2004, di James Wan. Film incalzante e asfissiante, comprende una colonna sonora il cui tema principale lo rispecchia sotto ogni punto di vista, sia nella parte più psicologica attraverso un motivo ricorrente, sia nella parte più splatter e violenta grazie all’uso della batteria suonata sulla falsa riga del genere metal.
- Epico, conosciutissimo e disturbante il brano del violino in “Psycho”, opera di Alfred Hitckock del 1960 che per ammissione dello stesso ha aiutato il film ad ottenere quella tensione in più necessaria a qualsiasi thriller/horror che si rispetti. Nota soprattutto per “la scena della doccia”, che in realtà in teoria non avrebbe dovuto avere accompagnamento musicale, è un brano interamente composto e suonato da un’intera orchestra di archi.
- Anche se in molti l’avrebbero sicuramente posta ai piani alti, per noi occupa il settimo posto per un unico motivo. Essendo ormai usata e stra-usata anche a sproposito ha cominciato a perdere la sua forza. Fatto sta che, nel riascoltarla all’interno del film, resta sempre terrificante. Stiamo parlando di Tubular Bells, tema di “L’esorcista”, film del 1973 diretto da William Friedkin. Composto praticamente da un unico motivo che si ripete a loop con pochissime variazioni e con qualche nota secca data dal resto dell’orchestra, è assolutamente uno dei brani più impattanti di sempre. Lo posizioniamo così in basso solo per una questione “etica”: non si può fare di un’opera tale un qualcosa di troppo commerciale come invece oggi è.
- L’ansia: una semplice parola per descrivere la end track del videogioco “Alien: Isolation”, sviluppato dallo studio britannico The Creative Assembly. Il brano è un dark ambient leggermente parlato che conclude un survival horror con i fiocchi: ambientato circa 15 anni dopo “Alien” di Ridley Scott del 1979, ripercorre ampliandolo il punto di chiusura del film, prendendo con sé non solo parte della storia, ma anche dei personaggi.
- E insomma, pensavate che ci fossimo dimenticati di lui? Impossibile. Il gigante Ennio Morricone, firma tra le mille altre anche la colonna sonora di La Cosa, 1982, di John Carpenter. Incredibile ma vero: quello stesso anno, il nostro Morricone venne candidato ai Razzie Awards per la Peggior Colonna Sonora. Certo, indubbio che ne abbia composte di migliori, ma è entrata di diritto in questa playlist per un motivo: il basso distorto che imita il pulsare del cuore di… qualcosa.
E se non volete dormire sogni tranquilli, qui potete ascoltarle tutte:
Le colonne sonore più inquietanti secondo 2duerighe