Rullo di tamburi, prego: Daniele Silvestri è tornato!

Più chiaro di così è impossibile: torna Silvestri con il nuovo singolo “Quali Alibi”
Dopo la fantastica esperienza del trio FabiSilvestriGazzè e relativo tour, il cantautore romano sta per deliziarci con un nuovo album da solista, “Acrobati”, in uscita il 26 febbraio a cinque anni dall’ultimo, “S.C.O.T.C.H.”. Proprio sta mattina ha annunciato nome e tracklist sul sito ufficiale e attraverso i vari social; su Facebook appare anche un suo personalissimo messaggio: “Sono 22 anni che faccio dischi, ma sono più emozionato che mai. Lo dico solo a voi e poi magari lo negherò… ma credo sia la cosa più bella che ho fatto”. Se le premesse sono quelle di “Quali alibi”, singolo il cui video è uscito il 20 gennaio, ci credo davvero che sia uno dei suoi lavori migliori.
Quali alibi ha un messaggio chiaro, inequivocabile. Giocando come suo solito su assonanze, rime e sillabe, mettendo sotto-sopra le parole o invertendole, Daniele ci sta dicendo col sorriso in faccia di darci semplicemente una svegliata. Il tutto su una musica che incastra perfettamente il Silvestri di Salirò e de La Paranza con quello decisamente più pop sperimentato nell’ultimo anno con i suoi colleghi e amici Fabi e Gazzè. Ma precisamente di cosa parla questa canzone? Mai spiegarlo è stato così semplice, attraverso una scena-esempio che ho ideato leggendo il testo.
Immaginatevi voi stessi. Sì, dico, proprio voi stessi al bar, seduti di fronte ad un vostro amico. All’improvviso, vi viene in mente una cosa che avete visto, una cosa che non andrebbe fatta, che vi suona strana, fuori luogo, “tipo un esercito nemico in uno stato sovrano/ tipo un’aperta violazione degli accordi che abbiamo”. Così decidete di farlo presente al vostro commensale che però vi guarda, terrorizzato e vi fa: “shhhhhh”. E così voi fate: “io te lo dico e tu mi dici di parlare piano…”. Non contenti, però, continuate. E andate avanti così per circa tre strofe mentre l’altro vi fa “Zitto, zitto, fa finta di niente che tanto il mondo gira ancora come sempre!”. Ecco di cosa parla “Quali alibi”; di noi italiani, semplicisticamente divisibili in due macro categorie: una che cerca di aprire gli occhi a sé e al resto della popolazione, l’altra che li chiude per sé e per tutti, perché l’essere umano ha questo strano meccanismo nel cervello per cui se non vede vuol dire che non è successo nulla.
Daniele Silvestri, confermandosi per l’ennesima volta come cantautore più impegnato di quello che vuol dare a vedere, ci lancia con questo brano un’ancora di salvataggio camuffata da canzone, probabilmente sperando che qualcuno la riconosca per quel che è. Scontato dire che, fino ad ora, l’unica radio che l’ha inserita in playlist è stata Radio2, mentre le altre si ostinano a mandare ancora Mengoni e Annalisa come se “io ti ho voluto bene veramente” o “il sole splende” (senza nulla togliere a questi due validissimi cantanti) sia il massimo della comprensione orale a cui noi italiani possiamo aspirare.
Forse sarebbe anche l’ora di dimostrare il contrario.