Intervista a Jonathan Redavid: il ballerino italiano delle grandi star

I sogni, anche quelli più grandi, si possono realizzare. Abbiamo intervistato Jonathan Redavid, ballerino italiano nel corpo di ballo delle star americane.
Una carriera nella danza, iniziata fin da piccolissimo con le prime esperienze sul palco poi proseguita con grandi nomi della musica mondiale.
Jonathan Redavid è un talento italiano all’estero, vive in America da qualche anno ed è lì che raccoglie un successo dopo l’altro sui più importanti palchi oltreoceano e la partecipazione ai programmi televisivi più seguiti.
Dopo aver collaborato, in Italia, con Raf, Elisa, Mario Biondi, Il Festival di Sanremo e Lorella Cuccarini, in veste di coreografo, nei musical di maggiori successo firmati Compagnia della Rancia e coreografo associato per l’ottava edizione di XFactor con Luca Tommassini, Jonathan Redavid ha fatto le valigie ed è partito per andare lavorare con le più celebri star americane.
Dal 2011 vive a Los Angeles ed è stato Coreografo Associato per Pharrell Williams, Gwen Stefani e Matthew Morrison. E’ entrato nel corpo di ballo di artisti del calibro di Christina Aguilera, Ricky Martin, Ellie Goulding, Fergie, Justin Bieber, Jessie J, Arcade Fire, Capital Cities, Emma Stone e per finire, Jennifer Lopez e Selena Gomez con cui ha condiviso i palchi più importanti.
Un’eccellenza italiana Jonathan Redavid, un’artista versatile e visionario, che aggiunge alle sue coreografie la passione per la fotografia in un mix originale. Il suo percorso ci ha incuriosito, e per questo, abbiamo scambiato quattro chiacchiere insieme a lui per farci raccontare più da vicino il suo percorso di ballerino italiano all’estero!
Ciao Jonathan,
Ballerino italiano, oggi insieme sul palco delle star mondiali, com’è iniziato il lavoro oltreoceano?
E’ stato un percorso intenso e molto affascinante. E’ iniziato tutto addirittura prima di prendere il mio Visto di lavoro, era circa il 2008 quando ancora mi trovavo a LA come visitors per 3 mesi e feci un’audizione per la performance agli American Music Awards di P.Diddy e Katy Perry.
Non avrei neanche potuto partecipare a questa audizione perché non avevo un’agenzia a LA e soprattutto ero illegale per lavorare. Insomma mi buttai comunque, perché chi l’avrebbe detto che scegliessero proprio me? Ebbene si mi trovai sbalordito e in imbarazzo perché non sapevo come dire alla produzione che non potevo lavorare. Insomma era sabato e le prove sarebbero iniziate il lunedì e troppo poco tempo per fare accadere tutto ciò, così a malincuore dovetti rifiutare quello che sarebbe stato il mio primo lavoro a LA. Dopo qualche anno riuscì ad ottenere la Visa e il mio percorso lavorativo iniziò quasi fin da subito anche con tanti piccoli side-jobs dove comunque imparai molte cose tra le persone e come aprire gli occhi sullo show business qui in America.
Una bella soddisfazione. Seguita dalla scelta di trasferirsi, facile da prendere oppure no?
Le scelte più difficili, se positive, sono quelle che alla fine ti portano alle grandi soddisfazioni.
Io non stavo più bene in Italia perché avevo questo forte desiderio di raggiungere grosse soddisfazioni lavorative in America fin da quando avevo 15 anni. Costi quel che costi l’ho fatto.
Moralmente è stato un forte shock soprattutto per la mia famiglia, ho lasciato tutto e tutti e sono partito con un bagaglio.
Dopo aver girovagato e dormito ovunque, iniziai a pagare l’affitto del divano di un mio amico a LA per più di un anno. Non avendo l’armadio e tenendo sempre i vestiti belli piegati e profumati in valigia. E’ stato un duro percorso che però consiglio a tutti.
Dove devi fare sempre i conti con te stesso nel bene o nel male e gestire i tuoi sentimenti come meglio puoi. Attivare i sensi, attenzione e curiosità su ogni cosa e gestire le relazioni come meglio credi.

Che ricordo hai del tuo primo giorno di lavoro in America?
Il mio primo giorno di lavoro? Non è stato come il primo giorno di scuola. Sinceramente non mi ricordo che lavoro fosse, ma sicuramente come ogni lavoro l’interesse più grande è la disciplina lealtà e grande professionalità. Sono stato fortunato a lavorare tanto in Europa prima di trasferirmi in America, sono felice di aver potuto anch’io raccontare e condividere la mia esperienza molto diversa da quella degli altri.
Sei nel corpo di ballo di Jennifer Lopez, senti un po’ la responsabilità di affiancare un nome così importante?
Quale rapporto si è creato tra artista e ballerino?
Lo sono stato uno dei suoi ballerini, abbiamo girato un sacco di paesi nel mondo e programmi televisivi più importanti, Jen è una persona e artista che io stimo molto, sul palco e fuori grande lavoratrice e splendida persona.
Lei sa che tra noi c’è una stima reciproca. Siamo rimasti molto amici ma purtroppo le ho detto che non me la sentivo di partecipare al suo nuovo show “All I Have” da gennaio 2016 per 3 anni a Las Vegas.
All’inizio non rimase molto felice perché ci tiene molto a me. Dopo una bella chiacchierata capi che dopo questi anni ho deciso di rallentare sempre di più la mia presenza sul palco come performer e cercare di lavorare di più in progetti come Coreografo e Creativo perché mi stimola l’animo e mi fa sentire vivo. Lei apprezzò molto la mia sincerità e capi che era giusto prendere le proprie decisioni e rischi con felicità. Ma non ti nego che mi rivedrai presto al suo fianco in alcune special performance o Awards.
prossimamente ad American Idol finale per una performance molto speciale.
Hai iniziato a muovere “i primi passi” di danza a 5 anni, sognavi già tutto questo?
La bellezza della vita è essere stimolato dalla non conoscenza del futuro, quindi avere sempre quella non sicurezza di cosa mi aspetta che mi permette di non sedermi mai ma bensì di mettere tutti gli sforzi e speranze nell’amore di quello che faccio. Sono felice e grato per dove sono arrivato ma raggiunti questi traguardi sono pronto per arrivare a degli altri.
E’ quello che mi rende vivo, realizzare qualcosa che desidero veramente.
In una recente intervista Luca Tommassini ti ha descritto come “uno dei più bravi ballerini mai visti”, che ne pensi?
Che Luca è troppo generoso. Però mi prendo questo gran complimento e come ho sempre fatto cerco di dare del mio meglio e dimostrarlo prima di tutto a me stesso. Io ne approfitto per ricambiare con questa intervista dicendo che lui per me è un asso per il suo gran talento nel creare emozioni sul palco, mi ha insegnato tanto e sono grato della nostra amicizia e per la lunga vita professionale passata assieme durata più di 8 anni.

Ora sei in tournée con Selena Gomez e quindi, forse, non ha tutti i torti. Come ti senti a passare da una grande star all’altra?
Mi fa piacere vedere la differenza tra grandi star, C’è sempre qualcosa da osservare nel bene o nel male.
Apprezzo molto il duro lavoro e passione che alcuni di loro mettono per migliorare sempre di più il loro lavoro lasciando da parte molte volte l’autocelebrazione e la sicurezza del loro nome.
Selena è una piccola grande donna con bei principi, una persona positiva e grande professionista.
Alle tue coreografie unisci anche la fotografia, in che modo?
Ebbene si sono anche appassionato di fotografia e mi occupo solo part-time purtoppo anche di quello.
Amo creare immagini che raccontano qualcosa in un solo istante fotografico.
In una Coreografia si possono creare molteplici immagini con spazi, soggetti e oggetti in movimento o senza movimento e raccontare più cose in più momenti creando situazioni suggestive ed eccitanti per il pubblico. sia per il momento che per il ricordo futuro. Proprio come una fotografia.

Ti sei mai “scontrato” con qualche pregiudizio in quanto italiano?
Ancora non è mai successo però in quanto “straniero” in America ho fatto fatica a prendere alcuni lavori, niente di grave ma non perché io ero italiano. Gli americani amano la nostra cultura e molti hanno origini italiane.
Mi sento molto apprezzato qui ed io di conseguenza apprezzo chi mi sta intorno.
Facciamo ancora qualche nome, nel tuo curriculum c’è Pharrell Williams, Christina Aguilera, Ricky Martin, Ellie Goulding, Fergie, Justin Bieber, Jessie J, Arcade Fire, Capital Cities, Emma Stone… quale nome vorresti aggiungere?
Spesso desidero di svegliarmi un giorno in un epoca diversa e rimanere affascinato dal lavoro di Charlie Chaplin, Bob Fosse, Gene Kelly e Busby Berkley. Il mio sogno più attuale però rimarrà sempre quello di condividere il palco con Michael Jackson. Ma come si dice, posto sbagliato al momento sbagliato per me, lo terrò per sempre nel cuore come fan e non come suo ballerino.
Quando fece le audizioni per This is it, il suo ultimo progetto prima di lasciarci, io non mi ero ancora trasferito in America e non venni a sapere delle audizioni tenutesi a LA nel 2010. Sfortunatamente saltai la mia grande opportunità di lavorare con lui.
Ma porterò per sempre il ricordo del suo eccezionale carisma nel mio cuore.
Jonathan Redavid – www.jonathanredavid.com
https://youtu.be/Zh98DKuYYAw