Intervista a Virginio: “Ora mi sento più forte, come Hercules”

Virginio, vincitore di Amici 2011 è tornato sulla scena musicale dopo tre anni di assenza con un nuovo brano e tanto lavoro all’estero.
E’ uscito lo scorso 2 ottobre “Hercules”, il nuovo singolo di Virginio scritto in collaborazione con due importanti autori americani: Andy Marvel (Jason Derulo) e Dimitri Ehlrich (Moby), insieme al tocco finale di Corrado Rustici. Si tratta di una delle ultime uscite musicali più interessanti per il panorama italiano, uno dei pochi tentativi di fare musica dal sapore internazionale, riuscito finalmente bene. Il cantautore si è dato un cambio di sound, a partire dalla lingua inglese fino alle sfumature soul che da tempo ricercava, per noi non sfigurerebbe in una programmazione musicale di una radio americana, così come ci aspettiamo di sentire un brano di questa qualità, in una radio italiana.
Il nuovo progetto di Virginio ci piace, quindi abbiamo deciso di incontrarlo per un’intervista e farci raccontare qualcosa di più sul “nuovo” Virginio che è tornato sulla scena.
Ciao Virginio, in tanti si stavano chiedendo dove fossi finito. Eccoci qua, cos’è successo da tre anni a questa parte?
Ad un certo punto ho capito che avevo bisogno di prendermi del tempo, per ricominciare a lavorare a tutto quello che per me era l’obiettivo principale, cioè la musica. E quindi ho fatto anche la scelta di allontanarmi dalla televisione, di non fare live, proprio perchè avevo bisogno di cercare la mia verità musicale. Volevo cercare quello che era il mio fulcro. Nel frattempo però ho avuto delle belle esperienze come autore per Laura Pausini, in questo periodo sono capitate anche queste cose!
Poi nel 2014, Roberto Mancinelli della Sony mi ha chiamato a New York per cominciare a scrivere con degli autori americani, così è stato e poi ho capito che questa cosa si poteva fare! A volte noi italiani ci sentiamo un po’ insicuri, non ci sentiamo all’altezza, invece poi ti ritrovi con grandi artisti capaci di apprezzare molto la tua musica.
Hercules, ho ascoltato il nuovo singolo e ho subito controllato se fossi davvero tu. Hai dato un bel cambio di sound!
Si, è stato molto naturale, nel senso che ho scritto questo pezzo a New York con degli autori fantastici e poi con Corrado Rustici, ci siamo messi in studio di registrazione a parlare di quello che volevo essere, di quello che volevo tirare fuori, delle mie tendenze musicali e così è stato! E’ venuto molto naturale, ho soltanto tirato fuori la mia evoluzione musicale.
Quindi questo spirito americano c’era già e non era ancora uscito fuori…
Per me si, è chiaro che ci sono delle evoluzioni, è una canzone in inglese, un sound diverso…per me sono cose che sono arrivate semplicemente in modo naturale.
C’è un nuovo Virginio… chi è?
Mi sento più consapevole di tante cose e anche più leggero, certe volte quando sei più piccolo tendi ad insistere su determinate cose, almeno per me è stato così, Calvino diceva: “La leggerezza è il contrario della superficialità” proprio perché per essere leggero devi aver fatto un lungo percorso. Io mi sento così, prendo le cose con più leggerezza.
Il singolo parla della forza e tenacia che può avere una persona che lotta per i propri obiettivi, diciamolo, è un po’ autobiografico no?
Indubbiamente sì, quello è sempre stato il mio obiettivo, fare musica. Ma non fare musica fine a se stessa ma parlare delle cose che vivono intorno a me e con un’attitudine musicale, tirare fuori il fuoco!
Ti senti un po’ Ercole?
Sai, è più una metafora come per dire “neanche se io fossi Ercole potrei volere così tanto questa cosa” è un obiettivo estremo, però è questo.
E lo hai raggiunto l’obiettivo?
Quello di essere determinato si, non mi sono mai fatto scalfire da niente, è sempre stato il mio obiettivo e questo sto facendo!
Lo canti in inglese, e visto il bel risultato devo dire, perchè non prima?
Io credo nel karma ed evidentemente era giusto che fosse adesso, è arrivato ora perchè doveva arrivare ora. Avevo già questo “pallino” di cantare in inglese, però dipende dai momenti, dalle situazioni, adesso mi sono sentito in grado di poterlo fare.
E’ nato dalla collaborazione di autori americani Andy Marvel e Dimitri Ehlrich, avrai sicuramente pensato ad un mercato internazionale…
E’ uno degli obiettivi, vedremo, mi piacerebbe molto! Credo nel suo potenziale ma è ancora presto per dirlo…
Sarà in arrivo anche un prossimo album… tutto in inglese?
C’è un progetto a cui stiamo lavorando, con brani sia inglese sia in italiano, perché ho deciso che le canzoni devono seguire il loro naturale percorso, se questa canzone è nata in inglese deve rimanere in inglese.
Da adesso in poi cosa vuole raccontare Virginio?
Sono sincero, faccio musica senza farmi troppe domande, la cosa che mi piacerebbe nelle persone è che fossero meno insicure, non saprei, percepisco che sia un problema sociale molto diffuso. C’è una finta sicurezza molto spesso, a volte le persone sono molto ferite e in alcuni momenti storici lo percepisci di più. Io vorrei che ci fosse più forza, più coraggio. Poi non mi siedo per scrivere una canzone per infondere coraggio o sicurezza, quindi alla fine spero che questo messaggio arrivi tra le parole e la musica, come quelle canzoni che ti salvano, a volte ci sono anche quelle.
Un tuo brano, quindi, come nasce?
Spesso ti trovi davanti ad un pianoforte o una chitarra, e ascolti un determinato suono, ti vengono delle intuizioni, delle sensazioni… tante volte sono in giro, mi vengono in mente delle parole, delle frasi musicali e quindi registro subito. Le canzoni ti raggiungono quando ti devono raggiungere, la costrizione la puoi anche attuare ma non è sana per la musica.