Minimal Baustelle incantano l’auditorium

I Baustelle, oltre a Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini, sono tornati in concerto all’Audirotium di Roma, sabato 21 Dicembre, con una grande novità!
Infatti, ieri sera hanno regalato una versione “minimal” dell’ultimo album fantasma offrendo al pubblico la consueta grande emozione impreziosita dalla presenza del quartetto “d’altri archi”. La versione minimal di fantasma è stata caratterizzata da una spoliazione, da un lento dismettere i panni “barocchi”, come li definisce lo stesso Bianconi, per mantenere una veste più castigata e cercare in tal modo di entrare completamente nelle emozioni dei testi.
Ad aprire lo spettacolo sono state le note di “Fantasma”, seguite da “Nessuno” e “Il futuro”, accompagnati dalla splendida voce di Rachele. A completare la bellissima cornice, le sorprese regalate dalla band con l’omaggio a Battiato con “stranizza d’amuri” cantata da Bianconi in dialetto siciliano e la versione in italiano di “Lady of a certain age” dei Divine Comedy.
Ed ancora, i racconti d’infanzia del Bianconi hanno entusiasmato il pubblico; la storia di Sergio, lo scemo del villaggio,che faceva ridere con storie e barzellette per poi ammutolirsi e assentarsi preso dalla “grande paura”; lo stesso Sergio che si dice venne rinchiuso in manicomio nei migliori anni della sua giovinezza e a cui si ispira l’omonimo pezzo della band toscana.
Si chiude il primo set sulle note prima di “Monumentale”, poi de “Il mio autunno”, rivisitazione di “May Autumn’s Done Come” di Lee Hazlewood. Si ricomincia di nuovo. La band riesco poco dopo ripartendo con “cuore di tenebra”.
Il concerto prosegue, scivolano una dopo l’altra le note, gli accordi, i testi: “Un romantico a Milano” e le sempre verdi e amate dal pubblico “La canzone del riformatorio”, “Gomma” e “La guerra è finita”, per finire con l’immancabile “Charlie fa surf” con cui la band prende commiato dal suo pubblico che ringrazia a suon di applausi.
Convincono dunque i Baustelle in questa loro veste mininal; spogliati fino alla quasi nudità, quello che resta non è scarto bensì esaltazione, della splendida voce di Rachele in primis ma anche e sopratutto dei testi, intensi mai banali, mai semplici e di quell’anima intimamente cantatoriale di Bianconi che racconta con l’attenzione e la sfrontatezza del poeta il nostro tempo.
Marco Franco
22 dicembre 2013