Subsonica e Club Dogo: suoni che tornano da lontano
Due ritorni diversi, simili per impatto, differenti per genere. Subsonica e Club Dogo sono tornati dopo tanto, ecco il percorso – anche di marketing – che hanno condotto per ritornare in auge
Qualcuno diceva che “la realtà è aumentata a tal punto da rendere esigua la fantasia”. Non c’è modo migliore per introdurre un articolo che vuole avere poco a che fare con l’operazione-nostalgia o l’amarcord. Sono tornati i Subsonica, che non pubblicavano dal 2018 e i Club Dogo, direttamente dal lontano 2013 (sì, avete letto bene).
Gennaio 2024, pertanto, è stato segnato dal ritorno in auge di due gruppi diversi, particolarissimi per sonorità e apporto testuale ma equamente impattanti per i propri e rispettivi pubblici ai quali si rivolgono. Entrambi gli album hanno undici brani, i Subsonica sono arrivati a toccare, con Realtà Aumentata, la quinta posizione FIMI, mentre i Club Dogo, con l’album omonimo, sono addirittura arrivati alla vetta. Due differenti modi di approcciare l’uscita della nuova fatica: i Subsonica hanno anticipato Realtà Aumentata con tre singoli catchy: Pugno di sabbia, Adagio e Mattino di luce, caratterizzandosi per un andamento classico: tre brani ad anticipare l’album, distribuiti equamente tre mesi prima l’uscita prevista per il 12 di gennaio. I Dogo hanno preferito, invece, non svelare nulla, annunciando il loro ritorno (vero e proprio) presentando, a sorpresa, un misterioso trailer su un nuovo profilo Instagram creato ad hoc per l’occasione: Claudio Santamaria e il sindaco di Milano Beppe Sala gli ospiti protagonisti.
In effetti se per i Club Dogo si può parlare di reunion, per i Subsonica il discorso è differente: non c’è mai stato uno scioglimento, anzi. I Subsonica hanno cambiato la musica italiana, sperimentando un genere da noi inedito, il rock contaminato con l’elettronica. Lo hanno portato ai vertici delle classifiche, sono stati la prima band di una nuova generazione ad andare a Sanremo quando il festival rappresentava il vecchio, aprendo le porte a chi ci è andato negli anni successivi. Hanno fatto tour spettacolari e innovativi ma, soprattutto negli ultimi anni, si erano guardati più indietro che avanti (non solo Mentale Strumentale, come abbiamo detto, ma anche il disco di remix ventennale per celebrare il capolavoro quale è Microchip Emozionale). I Dogo avevano deciso di lavorare da soli: Jake La Furia e Guè si sono dedicati alle loro carriere soliste, con un’amicizia mai tramontata e questo ha reso possibile trasformare un arrivederci in un nuovo lavoro, a dieci anni di distanza dall’ultimo disco, assieme a Don Joe, il produttore di sempre.
Un ritorno in grande stile non può arrivare senza una campagna promozionale adeguata: a parte il video clamoroso con il Sindaco di Milano come protagonista, i Club Dogo hanno annunciato un cofanetto numerato da 500 pezzi, contenente il cd, vari gadget, una bandiera e una fotografia autografata, oltre che ad un merch incredibile: dalle felpe alle magliette col cane a tre teste, fino ad arrivare ad una mini grattugia. Spille, toppe e adesivi completano il pacchetto da comperare assieme ai vinili in edizione limitata: rosso, bianco o trasparente.
I Subsonica, invece, hanno optato per il guerrilla marketing: uno speciale showcase in un ring da boxe all’Ex Macello di Milano: otto round che corrispondevano a otto brani selezionati per l’occasione, uno per disco, cinque pesi massimi della musica italiana (loro, ndr.), per presentare Pugno di sabbia, il nuovo brano della band di Torino che parla di fantasmi del passato e del futuro multiculturale del nostro Paese.
L’impatto sulla musica italiana è stato notevole, nonostante si tratti di due ritorni che si sono fatti attendere: lo zoccolo duro della fanbase di entrambi i gruppi si è fatta sentire e l’accoglienza riservata a Subsonica e Club Dogo è stata tra le migliori: i primi gireranno l’Italia, per tutto aprile, nei vari Palazzetti, i Dogo hanno scelto la loro Milano, il loro Forum, per incendiarlo con dieci – sì, avete letto bene, dieci – sold out nel tempio d’Assago.