Dovete recuperare su Netflix il concerto dei Fontaines D.C. al Kilmainham Gaol

I Fontaines D.C. si sono esibiti all’ex carcere Kilmainham Gaol e Netflix ha registrato l’intero concerto: imperdibile.

Boys in the better land
Il gruppo irlandese, forte ormai di tre album leader indiscussi del nuovo panorama post-punk alternativo, è stata seguita dalle telecamere di Netflix per uno speciale al Kilmainham Gaol, una ex prigione situata in un sobborgo di Dublino, in Irlanda, oggi convertita in museo.
Durante la chiusura forzata causata dal lockdown per la pandemia, il gruppo capitanato da Grian Chatten si è esibito proprio in questa particolare location per un episodio del programma Other Voices. La band ha suonato i suoi primi cavalli di battaglia provenienti dall’album Dogrel e l’ex neo-uscito A Hero’s Death. Impossibilitati a suonare dal vivo in nuovi pezzi, si sono cimentati in questa inedita e vincente esperienza al Kilmainham Gaol e i proventi di questo spettacolo sono stati totalmente devoluti all’associazione Focus Ireland che si occupa di famiglie e giovani senzatetto.
Un uragano docile e violento
Hurricane Laughter è una delle prime canzoni suonate live in questo speciale e ci ha particolarmente coinvolto: vuoi per una scenografia senza precedenti, vuoi per un’ottima realizzazione, i Fontaines D.C. colpiscono nel profondo e lo fanno praticamente per tutta la durata dell’episodio. I brani sono intervallati anche da momenti più intimi con la band, interviste e retroscena che presentano la loro penultima fatica A Hero’s Death (nel mentre, l’anno scorso, è uscito Skinty Fia e avremmo voluto tanto sentirlo live in una location di questo genere). Quello che colpisce, a primo impatto, è che Chatten non viene mai intervistato, sono gli altri membri a parlare, quelli che magari durante un live sono meno interpellati, che sono soltanto intenti a suonare. Questo equilibrio, crediamo, sia fondamentale in un gruppo e l’appartenenza al luogo d’origine è proprio il core concept di un disco come A Hero’s Death.
Dublin City Sky
È proprio l’appartenenza ad un luogo, l’autoctonia, ad essere il perfetto finale strappalacrime offerto dai Fontaines D.C. come chiusura di questo particolare concerto. Dublin City Sky è un brano molto sentito dalla band: è proprio da un carcere (e perché non proprio il Kilmainham Gaol) che, con la testa all’insù, si può ammirare il cielo di Dublino, magari in una piovosa giornata invernale, in una veste inedita. Una ballad dai toni amari e duri: “And in the foggy dew, I saw you throwing shapes around/It was underneath the waking of a Dublin City sky”. È tutto in questo refrain, con la rugiada nebbiosa che solo l’Irlanda sa darti, il tempo avverso e l’animo di un uomo prigioniero di se stesso che non sa cos’altro dare alla vita. Ma è proprio di fronte a queste avversità che si può celare un rifugio sicuro, seppur all’interno di una prigione e provare a tirare piccoli sospiri di sollievo pur se in una condizione di completa difficoltà.
Other Voices: Fointaines D.C. non è soltanto un concerto, ma un percorso di vita, che anche se potrebbe non appartenerci mai, è quanto di più umano possa esistere. Vi invitiamo ad immergervi in questo viaggio, dalla durata di un’ora: ne uscirete, speriamo, cambiati, sia come ascoltatori che come fruitori in genere della musica. Unico disclaimer: inizierete ad amare l’Irlanda alla follia.