Club 181, la dimostrazione dell’intelligenza di Salmo

Club 181, la nuova “opera omnia” di Salmo, in uscita dal 27 maggio 2022
Salmo, il rapper e produttore discografico di Olbia trapiantato a Milano, classe 1984 (peraltro nato ieri, 29 giugno, ndr), è uscito da un mese con il suo nuovo lavoro musicale, in perfetta sincronia con l’omonima serie Sky, Club 181, di cui anche l’album porta il nome e funge da preziosa colonna sonora.
Dopo Gomorra e Suburra, Sky Original sale a Milano e si concentra sulla periferia lombarda, dominata dalle lotte eterne delle varie comunità multietniche, con una spiccata prevalenza dei pandilleros della Misa, che a colpi di machete terrorizzano le palazzine abusive e da cui il clan dei 181 si difende.
Dalla serie alla colonna sonora, dalla colonna sonora alla serie
Salmo non si accontenta di meditare e organizzare la colonna sonora della serie, ma vi partecipa attivamente come direttore artistico ed attore, rivestendo un ruolo fondamentale nella nascita del nuovo prodotto televisivo firmato Sky.
Una volta di più, come se fosse necessario sottolinearlo, Maurizio Pisciottu, dietro il quale si cela la tormentata personalità artistica di Salmo, si conferma uno dei principi indiscussi del rap italiano contemporaneo, e questo nuovo lavoro discografico non può che esserne la riprova consistente.
Un artista intelligente per una sonorità intelligente
Una sonorità intelligente, che affonda le sue radici nella classicità del fraseggio tipico del rap, con incursioni musicali e ritmiche che inneggiano indiscutibilmente ai ritmi latini delle cosche trapiantate a Milano.
Come il brano di apertura, degli undici che compongono l’album, 181, realizzato con Drillionaire e Verano: un brano da subwoofer che si sporgono dalle macchine in velocità, tutto da ballare al ritmo di “ra-ta-ta-ta-ta”. Brano che, oltre alla straordinaria perizia musicale, manifesta la penna sapiente di Salmo, i cui testi parlano di un vissuto sentito, profondo, di un malessere quasi insanabile. Testi in cui il linguaggio, seppur forte ed esplicito, è intimamente necessario e pertinente, mai urlato o di quella insulsa e gratuita volgarità da millantatore di generi.
La perspicacia di Salmo consiste anche nel saper sfruttare e valorizzare i colleghi: i versi di Guè nel brano Loco diventano quasi un’ode alla formazione da rapper sotto le guglie del duomo milanese; o per M.S.O.M, in cui Jack la Furia, altra personalità ben nota nel panorama lombardo e nazionale, si strugge in un compianto e tormentato fraseggio che ricorda i tempi non solo dei Club Dogo, ma anche di Neffa e i suoi Messaggeri della Dopa; il tutto ingentilito dal refrain indimenticabile di Rose Vilain.
I brani di Club 181, piuttosto brevi per durata ma particolarmente incisivi e che sicuramente restano in testa, si fondono anche nella sperimentazione della trap (come in EZ), e nell’atmosfera latina di Prendelo, con El Dicy Boy e Isaias LM, che trasporta immediatamente l’ascoltatore all’altro capo dell’oceano, nell’America Latina più profonda.
Apri si contraddistingue per un inconfondibile beat afro-funky che rimanda agli OutKast, ai Mobb Depp, insomma ai classici del rap statunitense.
Ma niente, e nessun brano, è minimamente paragonabile ai trentaquattro potenti, deliranti secondi che compongono la Title Track di Club 181: un’autentica esplosione di bassi, una vibrazione che fa tremare i muri del blocco abitativo milanese e le viscere dei fan di Salmo.