Recensione – Giovanni Truppi. Tutto l’universo obbedisce all’amore

Scoprire Giovanni Truppi nel 2015 ha implicato l’aver ascoltato a ripetizione, fino allo sfinimento, Stai andando bene Giovanni un brano che ha rappresentato una tappa importante nella consapevolezza che Giovanni sia un nome… plurale, dai mille colori e impressioni.
Truppi, un vero e proprio compositore a tutto tondo, a partire dai testi che, a primo impatto, potrebbero mostrarsi come stranianti. Fino ad arrivare a toccare le corde più profonde di cosa possa significare essere… esseri umani. Il filo conduttore è la sua musica, che ci offre molti ed interessanti spunti di riflessione.

Presentazione
È proprio con questo intento che è uscita la raccolta Tutto l’universo, un compendio per comprendere meglio il cantautore napoletano, per inquadrarlo in una cornice musicale molto personale ed intima, ma che riesce comunque ad arrivare al cuore dei fruitori, nonostante il suo stile molto particolare e soggettivo.
Tutto l’universo è composto da 15 brani, appartenenti a momenti diversi della carriera di Truppi: in prima posizione troviamo l’inedito Tuo padre, mia madre, Lucia portato in gara al Festival di Sanremo.
“Tuo padre, mia madre, Lucia è una dichiarazione d’amore in inverno. Credo che sia questa la stagione che mi viene in mente in relazione alla canzone perché è il momento dell’anno più in sintonia con le sue atmosfere e per il sentimento di cui si parla, che è di quelli che rimangono in piedi anche alla fine di una, metaforica, tempesta di neve; un momento in cui la vita è più aspra e resistono solo le cose forti.
Scegliere una persona vuol dire, nel momento in cui la scelta si fa, prenderla tutta e a prescindere da tutto, perché si sta immaginando il futuro insieme a lei. Questo è l’amore di cui volevamo parlare, che poi è quello delle promesse che si scambiano gli sposi.
Infine la dimensione “adulta”, “pubblica” (perché essere adulti vuol dire anche esporsi al mondo esterno) arriva fino all’affollato titolo del brano, dove i personaggi sembrano tre ma in realtà sono ben cinque perché questo padre, questa madre e questa Lucia (che è il nome di mia figlia) sono solo spettatori di una storia e non esisterebbero nemmeno senza i suoi veri protagonisti: i due componenti di una coppia”.
Un brano, quindi, che rappresenta l’essenza di uomo adulto, maturo, pronto per il grande salto e per calcare i palchi che contano davvero, senza, però, per questo, dimenticarsi dell’inizio, del suo passato (e del suo presente: la famiglia), sul quale affondano i suoi pensieri con forza e una velata aura di rimpianto per quello che fu.
Dentro… l’universo
Oltre all’inedito sanremese, Tutto l’universo è definibile come una sorta di zibaldone musicale. In effetti, alla fine dell’ora di ascolto si ha come la sensazione di aver inquadrato per bene Giovanni Truppi in (quasi) tutte le sue sfaccettature: chi è stato, chi è e, probabilmente, chi sarà, come artista, nell’immediato futuro.
“L’unica oltre l’amore”, ad esempio, è una traccia iconica per provare a cimentarsi nel comprenderlo appieno. È la traccia più lunga tra le quindici proposte nella raccolta: un brano viscerale, che è stato il primo singolo estratto dal lavoro Poesia e civiltà, l’ultimo sforzo di Truppi datato 2019.
A seguire, Superman, già presente in Solopiano, la sua prima raccolta: una canzone fortunata, con un ottimo groove di chitarra e arrangiamenti di prim’ordine. Questo brano, dopo aver ascoltato L’unica oltre l’amore, permette già di intendere la multispazialità e temporalità insita nel cantautorato di Truppi. Un artista dai mille colori e sfaccettature: capace di tirar fuori dal cilindro delle ballad di egregia fattura e di essere leggermente più scanzonato (senza, però, per questo risultare superficiale) con alcuni brani catchy come Superman (o, si veda anche, in senso anche leggermente più estremo, Nessuno).
Un posto speciale, lo riserviamo anche a Mia. Un singolo inizialmente contenuto in Poesia e civiltà, ma la versione presente in questa raccolta è, invece, quella incisa per 5, il primo EP di Truppi. Il brano è cantato a due voci con Calcutta e il suo apporto è evidente e si rivela determinante per la riuscita del brano, o meglio, per il miglioramento dello stesso in chiave vocale. L’edizione CD di 5, in cui è contenuta anche Mia, ha un’altra interessante caratteristica: essa è corredata da un libro con cinque storie a fumetti, una per ogni brano.
Attenzione a dedicare Mia a qualcuno a cui si tiene: è intrinsecamente fragile e struggente al tempo stesso. Maneggiare con cura.
Un altro brano che ci ha fatto riflettere molto è Conoscersi in una situazione di difficoltà. È una sorta di opportunità. Il brano è ormai molto conosciuto tra i fan. Una poesia in incessante e continuo movimento: un sintetizzatore, latente, che suona sempre la stessa melodia senza risultare, per questo, stancante. Con questo brano, Truppi ci consegna il suo essere, la sua autobiografia musicale in poco più di quattro minuti di brano. Probabilmente, è l’unico pezzo che funziona meglio nella versione originale, rispetto a quella contenuta in 5 (con la partecipazione di Niccolò Fabi).
Dieci anni con Giovanni
Effettivamente quella proposta da Truppi, oltre ad essere un’antologia che raccoglie il primo decennio della sua carriera, tra mille punti di vista e salti temporali, è un quadro molto evidente della sua personalità (o, meglio, delle sue personalità) plurime.
Truppi è uno dei più autentici parolieri del nostro tempo, capace di affiancare vicende autobiografiche ad analisi filosofiche e sociali, affrontando frontalmente l’alto e il basso, la poesia e la politica, l’amore e il sesso, Dio e gli uomini.
Quello che negli anni ha tratteggiato con la sua musica, di cui Tutto l’Universo è la chiusura perfetta di questo periodo di transizione, è un universo imperfetto e sincero, sfaccettato, capace di scavare a fondo nei sentimenti e di specchiare insicurezze e debolezze tanto intime quanto collettive.
Come si può notare, fin dagli esordi ha coltivato una scrittura musicale varia capace di attingere da linguaggi diversi come il jazz, il rock, il punk e la canzone d’autore che, unita a un’inventiva metrica unica e brillante, ci restituiscono l’originalità di Truppi.
Un artista brillante, anche dal punto di vista strettamente degli oggetti che usa nei suoi concerti dal vivo: infatti, oltre ad essere chitarrista, è un “particolare” pianista: in concerto utilizza un pianoforte di sua ideazione ottenuto modificando un piano verticale: uno strumento di dimensioni inferiori allo standard, smontabile, ed elettrificato tramite una serie di pick-up che gli permettono di amplificarlo. Ciò gli permette di avere un sound sempre molto specifico, accurato e in sintonia con le sue caratteristiche e volontà che, di volta in volta, di album in album, di raccolta in raccolta, possono mutare in continuazione.
Mai sottovalutare la capacità di Giovanni Truppi: vera espressione del dadaismo nella musica contemporanea italiana.
Ad avercene di artisti di questo calibro.