Elvis Presley. Quando a nascere è il Re
The King of Rock and Roll. In molti hanno cercato di fregiarsi di questo appellativo ma sappiamo bene che nell’immaginario collettivo c’è spazio solo per un nome. Elvis Presley nasceva l’8 gennaio del 1935 a Tupelo, nel caldo sud del Mississipi; nessuno si sarebbe mai aspettato che quel giorno fosse nato un mito.
L’alba del mito
Un’infanzia non facile, la scuola vissuta con mediocrità e un solo grande obiettivo: realizzare il sogno di diventare qualcuno, un eroe, un nome. Ma qualcuno Elvis lo era già, amava vestire in modo diverso, era tra i primi a usare la brillantina e a portare un vistoso ciuffo, il volto incorniciato da folte basette. Gli anni Cinquanta stanno iniziando ed Elvis anticipa i tempi, detta regole di stile e non si preoccupa di risultare strampalato e appariscente.
Nel ’53 il primo incontro con la Sun Records, My Happiness il primo brano inciso. Recuperare un buon audio di questa ballata non è facile, ma anche se in low-fi, non ci si può sbagliare, questo è Elvis.
Elvis The Pelvis in Memphis
Il successo non tarda ad arrivare, soprattutto negli Stati Uniti, la Sun lancia Elvis in giro per il paese e gli americani si dividono. È il rock and roll signori, simbolo di rivoluzione sociale e da sempre causa di conflitto generazionale. Non è solo questione di musica, Elvis è irriverente e scandaloso in tutto. La voce calda e sensuale, una bellezza sfacciata e un movimento di bacino impertinente lo renderanno il public enemy n.1 per padri bigotti e reazionari. Ma niente ferma questa ascesa, nessuno è in grado di resistere alla sua richiesta di scatenarsi in pista.
Un po’ country, un po’ blues, quel ragazzo del Sud è davvero formidabile e trascina la sua musica in tutto il Paese, a seguirlo una grande luna blu.
Icona mondiale
Ma dopo il ballo non manca di certo il momento di chiudere la serata, i più fortunati, a bordo di una Cadillac De Ville del ’59 possono anche fermarsi – maliziosi – davanti un panorama notturno e dichiarare il loro amore incondizionato alla pupa di turno. Chissà quante generazioni devono la loro nascita a Can’t help falling in love. Centinaia le altre versioni, una sola in grado di fare innamorare davvero.
Gli USA iniziano a stare stretti e l’oceano di certo non riesce a fermare un fenomeno di tale portata, anche la Sun non riesce più a gestire lo scatenato Presley. La RCA, sua nuova etichetta discografica, lo asseconda in ogni occasione. Elvis è la gallina dalle uova d’oro, non solo palchi ed eventi, ma anche televisione e cinema. Non è solo un cantante, è diventato un idolo, la gente lo idolatra e inizia a vestirsi come lui, a imitarlo in tutto. Il mondo inizia a riempirsi di sosia di “The King”, roba da galera.
L’ombra lunga
La sua produzione è tra le più prolifiche della storia musicale, il suo lascito culturale incalcolabile. Si potrebbe scrivere un’intera enciclopedia su come Elvis Presley abbia influenzato la musica e il mondo, basti pensare alle movenze che ancora oggi scimmiottiamo in certe occasioni. Molte le leggende costruite su questo mito, di più le accuse e le ombre. C’è chi si spaccia ancora per suo diretto discendente, chi lo emula in modo anacronistico. La sua morte non avvenne a 27 anni come potremmo aspettarci e forse c’è stato ben poco di misterioso. Ad ogni modo, quando impostiamo la voce per essere suadenti, fingiamo tutti di essere Elvis.