Lettieri Rendez-Vous. Vita, morte e miracoli del regista di periferia

Napoletano classe ’85, Francesco Lettieri è il regista delle periferie. Guru della scena musicale contemporanea, in modo particolare di quella indipendente, con la sua impronta stilistica ha ideato alcuni dei videoclip di artisti noti come Calcutta, Motta, Carl Brave, Franco 126, Liberato ed Emis Killa. Con Napoli nel cuore, Lettieri arriva a Roma e racconta con la sua regia la vita quotidiana della gente comune, mettendo al centro le strade di città decadenti ma in cerca di riscatto, in cui il gusto vintage fa da padrone. Ma il mondo partenopeo è anche lo sfondo della serie di videoclip di Capri Rendez-Vous (sempre in collaborazione con Liberato) e del film Ultras, un esperimento ben riuscito che racconta una vicenda ambientata tra le fila del tifo organizzato. I lavori di Lettieri non sono semplici videoclip musicali, sarebbe riduttivo chiamarli così, ma documentari sociali.
Essere bambini tra Napoli e il Pigneto

Liberato e Calcutta, due mondi tanto distanti uniti dalla regia di Lettieri. 9 maggio del primo e Cosa mi manchi a fare del secondo sono il racconto di un viaggio tra le strade di due delle città più suggestive dello stivale, Napoli e Roma, un viaggio che è però anche umano. Il piccolo innamorato del videoclip di Calcutta attraversa le vie del Pigneto narrando la sua storia, un amore adolescenziale che lo fa sentire grande e gli procura dispiaceri. Il gusto per le piccole cose, tipico di Lettieri, è evidente nella scena in cui il protagonista si avvicina ai fiori, per goderne del profumo. L’innocenza adolescenziale frammista ai turbamenti, classici di quell’età, attraversa anche le vie di Napoli in 9 maggio. La città è la vera protagonista del videoclip, che mostra com’è essere piccoli nel cuore del grande centro partenopeo. “Tengo o’ core che nun può purtà paziènz”, le parole di Liberato sono descritte dalla routine quotidiana di una ragazzina napoletana, che vive il quartiere e diventa grande tra gioie e difficoltà.
Dalla giovinezza alla maturità, ogni età ha il suo volto
Firmato da Lettieri è anche il videoclip di Argentario di Carl Brave e Franco 126. Superata l’adolescenza, si arriva alla giovinezza e qui sono due ragazzi al primo appuntamento a fare da protagonisti della Roma eterna. Non muta l’interesse per le vie della città, non muta la voglia di raccontare la realtà di tutti i giorni, Lettieri continua a mostrare uno spaccato di vita in cui ci si identifica con empatia, ci si riconosce e ci si sente a casa. La normalità è alla base di tutto. Con Del tempo che passa la felicità di Motta si approda invece alla senilità ed è un uomo maturo ora a cantare le parole del brano, con le immagini urbane nello sfondo e la bellezza della semplicità in primo piano.
Il genere cambia, ma Lettieri non si smentisce

Si volta pagina e si cambia musica, Cult di Emis Killa è targato Francesco Lettieri. Il giovane rapper è inserito a pieno nell’atmosfera del videoclip, costellato da personaggi cult della sua generazione che come i giocattoli di Toy Story si animano e si personificano, muovendo il piede nel mondo reale. Il marchio di Emis Killa è evidente, il video è personale e ogni inquadratura sembra stia urlando il nome dell’artista, simbolo di comunione di intenti e collaborazione proficua tra il cantante e il regista. Generazione è la parola chiave anche di questo videoclip di Francesco Lettieri, che racconta le icone e i cambiamenti, parlando il linguaggio della gente comune e creando un legame con essa in una sintonia perfetta di percezione.
Lettieri e il sentimento della nostalgia

Questione di budget a parte, le riprese tra le vie del Pigneto a Roma (Cosa mi manchi a fare, Calcutta) o a casa dello stesso regista (La fine dei vent’anni, Motta) sono l’esempio tangibile del less is more, perché ciò che conta è il talento (e Lettieri ne ha da vendere!) e le buone idee, non artifizi e inutili suppellettili. L’incontro del necessario e dell’essenziale crea la magia delle piccole cose che regna nei videoclip di Lettieri, in cui la nostalgia è il sentimento permeante. Desiderio del ritorno al calore della strada, luogo in cui amore e ironia si intrecciano in una fitta trama per mostrare anche il lato oscuro delle periferie e le difficoltà affrontate da intere generazioni, senza però cadere mai nel banale o cedere agli stereotipi.