Intervista a Deborah Xhako: da The Voice al primo singolo “Let me fall”

Nella scorsa edizione di The Voice of Italy si era distinta per la sua voce al punto da essere definita dal coach Francesco Renga “la Dua Lipa italiana”: stiamo parlando di Deborah Xhako, giovane talento romano di origini albanesi, arrivata in semifinale nella quinta edizione del talent di Rai2.
Qualche giorno fa, esattamente l’11 gennaio è uscito in radio e sulle piattaforme digitali il suo primo singolo Let me fall, prodotto dalla Mapples Production di Massimiliano Lazzaretti e Tatiana Mele. Importanti collaborazioni ruotano intorno a questo singolo come quella con Carlo Di Francesco, che ha curato il mix del brano, e Pietro Caramelli di Energy Mastering per il master. Il videoclip del brano, ora disponibile sul canale Youtube della cantante, è stato realizzato dal regista Emanuel Lo per Visionari Lab.
Giovanissima e talentuosa, Deborah Xhako arriva a confrontarsi con il suo primo singolo, Let me fall, un brano dal testo forte, di cui lei stessa è autrice, che affronta una tematica attuale e drammatica; un brano interessante anche dal punto di vista musicale, grazie ad un sound originale che rivela il carattere determinato di questa artista emergente. Ma lasciamo che sia Deborah in prima persona a parlarci di sé e della sua musica; di seguito l’intervista che abbiamo avuto il piacere di realizzare con Deborah Xhako per 2duerighe.

Let me fall è il tuo primo singolo. Cosa rappresenta per te? Raccontaci un po’ la storia di questo brano e da dove nasce la scelta di scrivere un pezzo in inglese.
Let me fall è stato il primo brano che ho scritto, sia musica che testo. L’inglese è sempre stato il mio mondo, ho sempre ascoltato musica che veniva dalla scena internazionale, quindi è sicuramente la lingua che mi rappresenta a pieno. Come lancio dovevamo far uscire qualcosa che mi rappresentasse totalmente e non poteva essere altro che un brano in inglese.
Il brano è molto profondo perché parla di una storia di amore e violenza. È la storia di una ragazza che vive un amore tormentato e violento senza esserne consapevole. Let me fall vuol dire “fammi cadere tra le tue braccia”, perché lei si fida ciecamente di questo amore ed è convinta di vivere una storia perfetta, un amore che sarà per sempre. Ma così non è, quello che sta vivendo è un amore malato, che le sta facendo del male. Questa canzone rappresenta la storia di tante donne che vivono situazioni simili, sempre però dalla prospettiva di una ragazza giovane, di una ventenne. Sentivo l’esigenza di trasmettere la visione di una ragazza di vent’anni su un tema attuale che rispecchia la storia di tante altre donne.
Il sound del brano è molto internazionale e segue le caratteristiche e i suoni che vengono dal mondo americano. “Future Bass” è il termine che meglio si adatta per definire il genere di Let me fall, che è un misto di influenze future bass e sonorità pop, dance-pop ed elettroniche. Dietro questo singolo c’è stato un gran bel lavoro e tanto impegno, è il risultato di un progetto che spero vada avanti il più possibile.
A chi ti ispiri dal punto di vista musicale ed artistico? Chi sono i tuoi punti di riferimento?
Tra le mie ispirazioni principali ci sono innanzitutto artisti internazionali come Dua Lipa, Rihanna, Sia, o ancora Flume, Diplo, Calvin Harris, ossia i produttori americani che fanno il genere di musica a cui mi ispiro direttamente per le mie canzoni. Poi sono legata anche al mondo cantautoriale italiano, ad artisti come Battisti o, per parlare dei cantanti di oggi, Ermal Meta e Levante.
Quando hai scoperto la passione per la musica? È qualcosa che ti porti dietro fin da bambina?
Sicuramente è una passione che mi porto dietro da piccola, che però poi ho saputo coltivare con il tempo e lo studio. Quando ho capito che avrei potuto farcela davvero, ho iniziato a studiare tanto, ho fatto scuola di canto e poi ho incontrato delle persone con cui ho iniziato a lavorare seriamente. Ho conosciuto infatti i miei produttori, con i quali è nato questo progetto e da lì è stato un percorso in salita. Ho sempre cantato e da due anni ho iniziato anche a suonare il pianoforte e ad accompagnarmi da sola. È così che nascono i miei brani, oppure dal producer che mi manda la base strumentale del brano, su cui io poi creo la melodia.
Hai partecipato alla quinta edizione di The Voice of Italy. Cosa ti ha lasciato l’esperienza di The Voice e in generale cosa ne pensi dei talent?
Il mondo dei talent ha lati negativi e positivi. Personalmente l’esperienza del talent mi ha aiutato molto ad aprirmi con il pubblico e soprattutto con me stessa, nel senso che è stato un bel banco di prova. Prima di fare The Voice cantavo nei piccoli locali, The Voice è stato il primo vero grande palco su cui mi sono esibita. Mi ha aiutato soprattutto a sciogliermi completamente, a scoprire di più me stessa e la mia passione e cimentarmi di fronte a milioni di telespettatori e davanti a grandi personaggi del panorama musicale italiano e internazionale. The Voice è stato per me un bel banco di prova e una bella vetrina, perché in fin dei conti questo sono i talent, una vetrina attraverso la quale farsi conoscere al pubblico esterno. The Voice mi ha fatto conoscere ad un pubblico più vasto e mi ha fatto incontrare tanti professionisti che lavorano nel settore della musica. Confrontarmi con un pubblico così grande e lavorare con dei professionisti del genere è stata una bella esperienza, che mi ha formato tanto.
Nonostante tu sia molto giovane, dimostri grande disinvoltura dal vivo. Cosa provi quando sali sul palco e come gestisci l’emozione? Hai qualche rito scaramantico?
Diciamo che riti scaramantici non ne ho! Prima di salire sul palco mi concentro e scarico tutta l’ansia. Una volta salita sul palco, sento di essere al posto giusto al momento giusto. Quando salgo sul palco mi trasformo, non sono più io, anche perché fondamentalmente sono una persona abbastanza ansiosa, che vive tutte le emozioni con intensità e a volte con agitazione. Invece quando sono sul palco sono me stessa, mi sento bella, perché sto facendo quello che mi piace fare veramente. Il palco per me è il posto più bello che ci sia nel mondo, così supero tutte le ansie e le paure. È normale che di fondo l’emozione ci sia sempre, però va trasformata positivamente in grinta e passione. Questo principalmente è il mio segreto, trasformare tutte le emozioni in carica e grinta positiva e non in ansie e paure, che poi bloccano anche la voce.
Cosa ti aspetti dal tuo 2019 in musica? Quali sono i propositi, i progetti, ma anche le aspettative e i desideri di Deborah per il nuovo anno?
Sono molto fiduciosa per questo 2019, spero di raccogliere finalmente i frutti di tutto il lavoro che è iniziato anni fa, perché ormai sono passati anni da quando è nato il progetto e ho iniziato a lavorarci seriamente. Il mio desiderio è che questo 2019 mi faccia raccogliere quello che abbiamo seminato in tutto questo tempo. Spero quindi che sia il mio anno e che io riesca a far conoscere me e la mia musica.
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