Una poltrona per due: e se fosse Mario Draghi a contendersi il ruolo di Ursula von der Leyen come nuovo Presidente della Commissione?

Una Poltrona per due…no non siamo a Natale e i protagonisti di questo “film” non sono Eddie Murphy e Dan Aykroyd bensì potrebbero essere Ursula Von der Leyen e Mario Draghi. L’esito incerto delle Audizioni Parlamentari, in particolar modo con le “bocciature”del Commissario Fitto ad opera del Partito socialista e dei liberali e del Commissario Ribera da parte del PPE, sta facendo deflagrare la già claudicante Commissione Europea 2.0 a guida Ursula von der Leyen.
Con le dichiarazioni di voto contrario al Vicepresidente nominato Fitto da parte del PSE e dei liberali è scattato, la paura più grande di Von der Leyen, ovvero il meccanismo perverso dei veti incrociati tra i Commissari europei nominati sostenuti in quota PSE e liberali e i Commissari nominati sostenuti in quota PPE, nei fatti provocando una frattura, forse insanabile, tra il Partito popolare europeo, il Partito socialista europeo e i Liberali che ad oggi avrebbero dovuto garantire unità e coesione nella maggioranza Ursula 2.0.
La frattura in seno alla maggioranza Ursula si è consumata a colpi di veti sui Commissari nominati, con i socialisti europei che hanno dichiarato che “si è rotta completamente la fiducia con il Ppe, non c’è più”, avendo come effetto indiretto quello di destabilizzarla presidenza stessa di Von der Leyen, che in questa situazione di veti incrociati e implosione della sua maggioranza, potrebbe non vedere la nascita della nuova legislatura europea come Presidente della Commissione.
Al fine di scongiurare tale scenario, Von der Leyen, a seguito delle dichiarazioni al vetriolo degli esponenti politici dei Partiti della maggioranza, ha provveduto a convocare d’urgenza i capigruppo della Maggioranza all’europarlamento per tentare di risanare la frattura consumatasi qualche ora prima. A nulla, tuttavia, è valso l’incontro che la leader dell’esecutivo Ue ha organizzato con Manfred Weber, Iratxe Garcia Perez e Valerie Hayer con il tentativo fallito di decidere di votare unitamente “il pacchetto” dei sei vicepresidenti così da poter aggirare il pericolo veti. Data la situazione, dove tra l’altro, sul regolamento sulla deforestazione il PPE ha votato insieme al Partito dei Conservatori europei e al partito dei Patrioti configurando una nuova potenziale maggioranza “Venezuela” per la Commissione, gli scenari che si possono configurare davanti Von Der Leyen sono o quello di forzare la mano e trovare una nuova Maggioranza politica destrorsa, la Maggioranza “Venezuela”, per rimanere al timone della Commissione e saldamente a Palazzo Berlaymont oppure tentare, attraverso i colloqui con i leader degli Stati membri e con i leader di PPE PSE e S&D, di ricucire lo strappo tra i partiti Ursula 2.0 sostituendo in corsa i Commissari nominati “problematici”.
La suggestione Super Mario Draghi
Ma attenzione ai colpi di scena e di teatro, perché è di ieri la notizia che, mentre si stava consumando a Bruxelles la rottura nella Maggioranza aprendo allo psicodramma per Ursula Von Der Leyen, Mario Draghi, nelle ultime settimane molto attivo in Europa e nelle vicende europee con la presentazione del suo piano di rilancio dell’economia e del processo di integrazione europea, è stato invitato all’Eliseo da Emmanuel Macron per una “cena” al gusto d’Europa. Sebbene l’incontro e il dialogo tra il Presidente francese e l’ex presidente della BCE siano andati in scena alla conferenza sul “futuro della competitività europea” in programma al Collège de France, a margine della conferenza, mentre si consumava la “rottura” per Von Der Leyen, Macron elogiava e definiva Draghi “formidabile” e piano sulla competitività rivoluzionario. Parole al miele del presidente francese che hanno fatto eco e rumore non solo a Bruxelles, ma anche a Roma e Berlino, dove potrebbero prendere in considerazione un cambio di guida della Commissione, favorendo una personalità, quella di Draghi, che rispetto a Von Der Leyen, gode di una stima e di una statura pressoché trasversale sia tra i paesi membri dell’Unione che dei partiti politici da sinistra a destra.
Ma attenzione alle sorprese, poiché Von der Leyen potrebbe giocarsi la mossa a sorpresa per rinsaldare la sua leadership, ovvero garantire la vicepresidenza all’Italia non a Fitto, ma, bensì, proprio a Draghi che diverrebbe così un vicepresidente in grado di soddisfare sai il governo di Roma che i partiti della Maggioranza Ursula 2.0 che nulla potrebbero eccepire alla statura politico-istituzionale di Super Mario. Le prossime ore e i prossimi giorni saranno, pertanto, cruciali per i destini non solo dei Commissari vicepresidenti “problematici”, Fitto e Ribera, ma per la stessa Von der Leyen bis che potrebbe vedersi liquidata da Draghi che, come le slidings doors, andrebbe a coprire il ruolo di Presidente dell’Istituzione esecutiva europea che, nelle dichiarazioni della neo/ex Presidente Von der Leyen, dovrebbe attuare il suo piano per il rilancio dell’Unione europea e la sua competitività economica.