Donna, famiglia e religione nella Turchia di Erdogan

Recep Erdogan è sicuramente uno dei personaggi più discussi degli ultimi anni, il suo peso sulla geopolitica dei nostri tempi rientra nella categoria pesi massimi, naturale conseguenza è la vasta copertura mediatica ed editoriale che ne abbiamo quotidianamente. La casa editrice Mimesis, attraverso la penna di Chiara Maritato, nel suo libro La famiglia nella “nuova” Turchia, non ci propone una descrizione dell’attuale presidente turco bensì un’analisi concreta sul ruolo della donna e della famiglia anatolica.
Secondo il Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP), in carica ormai dal 2002, la famiglia è una sorta di “paradiso sicuro”, un vero e proprio baluardo della tradizione da difendere continuamente dalle correnti esterne.
Come ha affermato Ermine Erdogan:
“Un ambiente famigliare sano contribuisce alla formazione di individui forti e di solidi principi”.
Ermine, moglie dell’attuale presidente turco, esprime così, a chiare lettere, l’importanza che ha l’ambiente casalingo sulla formazione del singolo individuo e, attraverso un veloce effetto domino, di conseguenza sulla società. Scontato ma giusto ribadirlo, quella che dall’AKP viene definita famiglia” turca tradizionale” fonda radici profonde nella religione islamica quindi una famiglia rappresentata da una distinzione binaria dei generi, di stampo prettamente tradizionale. Essendo la famiglia uno dei pilastri del programma politico di Erdogan; il lavoro fatto dalla Maritato è utile a chi vuole avere un quadro completo della politica interna turca ed è per questo che la ricercatrice torinese ripercorre i cambiamenti avvenuti, specie al ruolo della donna, dall’impero ottomano fino alla Repubblica turca con un focus importante sulla questione velo ed il conseguente scisma tra la figura della donna emancipata, laica e moderna e quella invece si moderna ma legata alle tradizioni e ad i principi dell’Islam.
Date sicuramente da tenere in considerazione sono la crisi finanziaria del 2001 (anno fondamentale per l’ascesa dell’AKP), il 2003 e le riforme al welfare ma soprattutto il 2018 quando, con la fusione del Ministero del Lavoro e quello della Famiglia, nasce il nuovo Ministero della Famiglia, del Lavoro e dei Servizi Sociali con un Dipartimento (quello per i Servizi di Educazione Famigliare e Consulenza) incaricato alla preparazione di programmi educativi a supporto della famiglia circa i problemi che ne ostacolano la pace, la felicità (tra le problematiche menzionate ci sono: droga, crescita del tasso di divorzio e di senzatetto) e chiaramente i valori.
A dimostrazione pratica dell’importanza che ricopre la famiglia nel programma politico di Erdogan, oltre alle iniziative di consulenza, troviamo varie attività formative come il programma ministeriale di Educazione Familiare composto da 28 moduli e 5 aree tematiche, dalla salute all’economia domestica.
Colonna portante del lavoro della Maritato è sicuramente l’approfondimento sul potenziamento ottenuto dal Diyanet (dal 2006 al 2015 il suo personale si è raddoppiato ed il budget si è quadruplicato grazie all’AKP); l’autrice del libro infatti, grazie ad un’attenta raccolta dati, fornisce al lettore un’analisi dettagliata delle iniziative in corso portandolo a decifrarne il vero peso politico.
La figura della donna viene anche raccontata in chiave religiosa con richiami alle mogli dello stesso Profeta al fine di rendere esaustiva un lavoro di sopraffina ricerca del mondo turco sotto il governo Erdogan.
Articolo a cura di Benedetto Harb