Porto Recanati come Tirrenia: Vù Cumprà si ribellano alle forze dell’ordine

di Roberto Mattei
Gli uomini delle Fiamme Gialle gli sequestrano la merce e lui gli scaglia contro i suoi “colleghi”.
Macerata, 31 agosto 2011 – L’estate 2011 passerà alla storia come la stagione più bizzarra di tutti i tempi: ladri che rapinano banche in taxi, uomini che girano con una bara sul sedile della propria auto e adesso anche orde di vu cumprà che si ribellano alle forze di polizia. E’ accaduto a Porto Recanati, nelle Marche, dove nell’ambito di un’attività volta a contrastare e reprimere il commercio abusivo in spiaggia, quattro finanzieri sono stati assaliti da otto extracomunitari.
Tutto ha avuto inizio quando uno degli ambulanti si è opposto al sequestro della merce, che vendeva illegalmente lungo l’arenile recanatese: l’uomo ha chiamato a se altri “colleghi” che, senza alcun indugio, hanno puntato diritto verso le forze dell’ordine. Le Fiamme Gialle sono riuscite a sfuggire alla “mattanza” rifugiandosi in una casa nelle vicinanze, dove hanno chiamato i rinforzi. All’arrivo degli agenti, gli extracomunitari sono riusciti a fuggire.
Questo fatto richiama ancora una volta all’attenzione di tutti noi il problema dell’immigrazione, poiché la crescente presenza straniera sul territorio esige oltremodo una rapida e incisiva azione di governo, che possa offrire da un lato un’accoglienza dignitosa e dall’altro imporre le misure atte ad impedire che le situazioni di marginalità in cui spesso si trovano queste persone, costituiscano il preludio all’illegalità. Quello di Porto Recanati non è il primo caso verificatosi nel corso della stagione estiva. Nel mese di agosto un fatto analogo si è verificato a Tirrenia, in provincia di Pisa,
dove gli africani hanno opposto resistenza al sequestro di merce contraffatta da parte di quattro pattuglie della polizia municipale e anche in quel caso l’hanno fatta franca.
Senza nulla togliere alle forze dell’ordine, che fanno il loro dovere e che giornalmente rischiano la propria vita per la sicurezza altrui, ma la “macchina” della legalità italiana ha qualcosa che non funziona e la cui responsabilità è prettamente politica. Per contrastare la contraffazione è necessario innanzitutto colpire i centri di produzione del falso, “distruggere” per sempre ogni forma di approvvigionamento. Bisogna punire severamente quei locatori senza scrupoli che affittano appartamenti in nero agli extracomunitari, locali dove vivono ammassati in 8, 10 persone, spesso
in condizioni igieniche ai limiti della sopportazione. E’ altresì indispensabile potenziare uomini e mezzi per presidiare il territorio in maniera più incisiva. Solo agendo in questo modo il problema legalità potrà essere risolto una volta per tutte.