Joker VS Joker
2duerighe è orgogliosa di presentare una nuovissima ed esilarante iniziativa, il VERSUS!
Due autori si metteranno a confronto combattendo per il proprio personaggio del mondo cinema con arringhe, colpi bassi e colpi di genio.
Un gioco, ma tra le righe si potranno pur sempre respirare profonde boccate di cinema e chissà, magari notare quel dettaglio a cui si dava poco peso o quella riflessione che era sfuggita…
Quest’oggi, in apertura, si parte con due nomi enormi per la cultura tutta, per il fumetto, letteratura e soprattutto cinema: JOKER.
Il leggendario Joker di Jack Nicholson, nel film Batman di Tim Burton e il premio Oscar Heath Ledger nel film di Christopher Nolan, Batman – Il cavaliere oscuro.
A difesa di Joker Nicholson si batte Gian Marco De Cicco
A difesa di Joker Ledger si batte Giulia Carla De Carlo
Arbitra Valerio di Lorenzo
Joker è anzitutto follia, ma è anche terrore, metodo, furia omicida, intelligenza e lungimiranza. Super criminale ma dall’incredibile fascino e carisma. In cosa primeggia il tuo Joker e in cosa, forse, scarseggia?
Gian Marco: Il Joker di Nicholson primeggia sicuramente in follia ed intelligenza, cose che per me vanno di pari passo. È un supercriminale diverso da tutti. Si distingue per teatralità ed eleganza. È pazzo ma si muove e parla con estrema delicatezza e cura, riuscendo ad essere allo stesso tempo un omicida dei più violenti.
Giulia: La follia di Joker/Ledger è drasticamente radicata nella realtà. C’è così tanta razionalità nella sua follia che, se gli ordini prestabiliti non fossero che si debba tifare per il bene, probabilmente tiferemmo per lui. I suoi modi sono così imprevedibili e scorretti, ma giusti nella profondità della sua concezione di giustizia che non gli dai tutti i torti. Sei con lui, aspetti che ci sia lui, la sua schizofrenia ha un fondo di verità e ci credi, credi a lui in tutti i suoi gesti, ti meravigli di come abbia fatto ma lo ammiri in tutte le sue cose. Forse scarseggia nell’aderenza al fumetto, quasi come se ne fosse uscito per poter dar vita a un Joker che potremmo incontrare nelle strade, ma questa sua mancanza credo sia anche la sua forza.
Joker è da sempre uno dei personaggi più amati dell’universo DC, ma anche del fumetto in generale. Quale joker pensi abbia più influenzato la massa, chi fra i due, è stato più importante per accrescere l’appeal e la fama di questo villain?
Gian Marco: Probabilmente il Joker di Ledger ha influenzato più persone ma solo perché è venuto alla luce in un momento in cui i supereroi spopolavano. Nicholson ha avuto il merito di fare una grande interpretazione molto simile al Joker di The Killing Joke di Alan Moore e ha sicuramente influenzato lo stesso Ledger.
Giulia: A mio svantaggio devo dire che probabilmente il Joker di Nicholson ha avuto il primo grande impatto sul pubblico, nella sua atmosfera fumettistica penso che abbia fatto innamorare i primi fans del mondo DC. Però devo dire che la chiave proposta da Ledger è senza dubbio innovativa e forse per le nuove generazioni più incalzante. Si allontana appunto dal fumetto, che potrebbe essere un difetto, ma lo fa portando con sé la forza del personaggio comics, trasformandolo in reale. La verità al di fuori del fumetto. Un po’ come “Fuga dal mondo dei sogni”, quando il cartoon si trova nella vita reale.
Adesso, il momento più atteso del VERSUS: L’arringa finale: Perché il tuo Joker dovrebbe vincere lo scontro?
Gian Marco: Per quanto già detto, Nicholson è molto più vicino al fumetto, e incarna perfettamente lo spirito del Joker. Non è il solito supercriminale pazzo, è di più. È ordine e caos. È sopraffino e brutale. È ben vestito e sorridente ma terrificante. È Joker. E anche un po’ Batman.
Giulia: Ledger ha trasformato un fumetto in realtà, il suo Joker potrebbe sorriderti in metropolitana mentre la fa esplodere. Mette paura ma affascina, riesci a seguire le sue follie e sai che senza di lui non sarebbe la stessa cosa. Ha dato una chiave umana al personaggio senza impoverire la sua stranezza, si è trasformato fino a rendersi irriconoscibile. Avevamo bisogno di Joker/Ledger.
Un verdetto difficile, al limite dell’impossibile. Joker è un personaggio dall’immenso carisma e fascino ed entrambi i nostri autori si sono battuti davvero bene. Da una parte ci si fa forza con la tradizione fumettistica, si è parlato di eleganza e teatralità senza tralasciare una grande brutalità, dall’altra è il realismo il pezzo forte, un Joker folle ma lucido allo stesso tempo e decisamente più oscuro e brutale. Uno ci ha vinto l’Oscar, l’altro ha dato linfa al personaggio stesso.
La frase a effetto “È Joker. E anche un po’ Batman.” fa il suo dovere, va detto che l’arbitro ha avuto un sussulto. Probabilmente è vero che senza il Joker di Nicholson, quello di Ledger non avrebbe visto la luce. Eppure… Ledger è moderno, è oscuro e ha un linguaggio che oggi è più congeniale e funziona meglio. Ha più fascino, è magnetico, incarna un ideale, per quanto pazzo ed estremo. Ormai è un’icona che spopola e questo potrebbe forse significare che il figlio abbia superato il padre… Le interpretazioni sono entrambe magistrali, quindi come uscirne?
Sulla follia, tratto distintivo di Joker, forse è Nicholson che ne esce vincitore, è gioioso, divertente, e dannatamente imprevedibile.
Sul binomio brutalità/classe è ancora Nicholson che primeggia.
Sul carisma, invece, il Joker di Ledger schiaccia ogni personaggio del film; non c’è spazio per Batman, Due Facce, Gordon o Alfred; si aspetta solo lui.
Dunque, mi rifaccio al più grande scrittore del Joker, Grant Morrison. Nella sua rivoluzionaria e incredibilmente affascinante analisi lo psicoanalizzò in questo modo:
Il Joker è un caso speciale. Secondo alcuni di noi potrebbe essere incurabile; anzi non sappiamo nemmeno se si possa definire pazzo. Noi iniziamo a ritenere che sia un disordine neurologico simile alla sindrome di Tourette. È plausibile che sia una forma di super sanità mentale, una brillante modifica alla percezione umana, adattata alla vita urbana di fin secolo. A differenza nostra, il Joker non controlla le informazioni sensoriali che riceve dal mondo esterno; riesce a sostenere quel bombardamento caotico di imput solo seguendo la corrente. Ecco
perché un giorno è un pagliaccio maligno, un altro un assassino psicopatico. Non ha una vera personalità. Crea se stesso ogni giorno e crede di essere il signore del caos e che il mondo sia un teatro assurdo.
Ebbene, il Joker che più di tutti incarna questa visione incredibile, rientrando quindi senza indugi anche nell’universo fumettistico, è senza dubbio quello di Heath Ledger, che senza alcuna colpa del povero Nicholson, risulta completo, inquietante, cattivo, dall’immenso carisma e dalla follia più disperata, in questa versione di Morrison.
WINNER: Giulia and Joker di Heath Ledger!