Lavoro minorile: bambini nascosti dal mondo, senza possibilità di cambiare

Questa settimana inauguriamo la sezione “Oggi parliamo di …” con il prode Matteo che ha approfondito per Due Righe l’argomento sullo sfruttamento del lavoro minorile.
«Il lavoro minorile è lo sfruttamento dei bambini che vengono mandati a svolgere attività pesanti o pericolose e in tutto ciò vengono anche maltrattati fisicamente, pagati pochissimo e privati della libertà e della possibilità di studiare, che è la cosa più importante, perché senza lo studio ti privi da solo della libertà e dovrai sempre sottostare alle regole di qualcun altro.
Io sono un bambino libero, la mia vita è libera, non ho pensieri di dover provvedere alle necessità di casa, non faccio nessuna fatica, perché ci sono i miei genitori che pensano al mio benessere e a garantirmi tutto quello di cui ho bisogno.
Io sono nato dall’amore dei miei genitori, che continuano a crescermi con amore. Io vado a scuola e sono certo che da grande avrò un futuro bello, un lavoro, una famiglia e sono felice di poter fare la mia vita da bambino, giocare, studiare e praticare lo sport.
Ci sono tante persone che mi voglio bene e si prendono cura di me, io non ho nessuna paura per me, se penso che possa succedere qualcosa ai miei genitori so che ci sarebbero gli zii o i nonni che mi manterrebbero sempre con amore. La mia è una vita sana e serena rispetto quella di tanti altri bambini che vivono in uno stato di assoluta povertà.
Questi bambini hanno un’infanzia terribile, perché per pochi soldi vengono mandati a lavorare e senza poterlo decidere. Se succedesse a me, se penso che qualcuno mi portasse via dalla mai famiglia a lavorare, non mi sentirei più nessuno, mi sentirei morto, perché ormai senza libertà di vita e prospettive per il futuro, mi sentirei lontano dal mondo, invisibile e senza la mia identità.
Questi bambini vivono nascosti dal mondo, cosicché nessuno li può salvare. Credo che nessun bambino dovrebbe mai lavorare, il solo dovere di un bambino è studiare, giocare ed essere spensierato.
Sicuramente anche i bambini devono essere responsabili, ma di piccole cose, come ad esempio stare attenti quando si attraversa ed in generale ascoltare i genitori.
Andare a lavorare per i bambini non dovrebbe essere una responsabilità, perché questo pensiero non dovrebbe proprio essere contemplato, è una cosa disumana! La vita è un ciclo: si nasce, si cresce e si muore, che vuol dire: si nasce, si studia, si gioca e quando sei grande ed oramai maturo e sei cresciuto puoi lavorare.
Questo dovrebbe essere lo svolgimento della vita di un bambino e di ogni essere umano».
Matteo Rosa