Siria, cresce la paura armi chimiche: uccisi altri 27 bambini

La paura per l’utilizzo di armi chimiche da parte del regime di Assad si fa sempre più concreto, anzi si fa sempre più realtà. Dopo l’utilizzo di gas nervino tre giorni fa nella provincia di Hama, che ha causato la morte di almeno sette civili, quest’oggi gli attivisti hanno denunciato nuove stragi nelle ultime 24 ore che hanno portato alla morte di almeno 130 civili. Ancora una volta ad esser colpiti maggiormente sono i bambini, almeno in 27 hanno perso la vita in questo breve lasso di tempo. Un numero che si va a sommare alle oltre 45 mila vittime che la repressione ha causato negli ultimi 21 mesi, di questi 31 mila sono civili, come detto molti erano minorenni.
Gli attivisti hanno accusato le forze fedeli al regime di aver raso al suolo un altro villaggio, quello di al-Qahtania, nella provincia di Raqqa, non lontano dal confine turco. I ribelli hanno affermato che i soldati della 17/a divisione dopo aver lanciato missili sul villaggio hanno fatto si che la maggior parte degli abitanti, migliaia di persone siano emigrate in Turchia. Il regime ha risposto a queste accusa affermando, per mezzo dell’agenzia di Stato Sana che quanto avvenuto è stato opera di gruppi terroristici non meglio definiti.
La repressione si fa quindi di settimana in settimana sempre più cruda e la paura che vengano ancora usate armi chimiche preoccupa tutti gli stati compresa l’alleata Russia. Intanto il governo di Assad continua a perdere pezzi, il capo della polizia militare, il generale Abdulaziz al-Shalal, ha disertato per unirsi ai ribelli ed ha accusato pubblicamente, sull’emittente tv Al Jazeera di aver usato armi chimiche su Homs durante l’attacco del 24 dicembre e ha bollato il regime come “una cricca di assassini”.
Enrico Ferdinandi
27 dicembre 2012