Il colpo di stato in Venezuela e la testimonianza di Lester Toledo
Giovedì scorso in Venezuela si è compiuto “un colpo di stato in piena regola”, queste le parole con cui il presidente dell’Assemblea Nazionale venezuelana, Julio Borges, ha commentato la sentenza con la quale il Tribunale Supremo di Giustizia, la Suprema Corte, ha esautorato il Parlamento del potere legislativo, dando la possibilità al presidente Nicolas Maduro di governare Il Paese senza alcun controllo. Un gesto estremo ma prevedibile.
Lo scontro tra il governo e il Parlamento va avanti da mesi, da quando alle elezioni del 2015 l’opposizione ha ottenuto alle urne la maggioranza assoluta dei seggi, 112 su 167.
Il Parlamento, che nelle decisioni politiche si è sempre fatto espressione del malcontento popolare, non ha potuto però espletare le sue piene funzioni, infatti tutte le leggi approvate sono sempre state dichiarate incostituzionali dalla Suprema Corte, vicina al presidente Maduro.
La sentenza di ieri appare come un estremo tentativo da parte del governo di evitare le prossime elezioni presidenziali e di imporre una dittatura che sembra trovare il sostegno delle forze armate.
La democrazia nel Paese era in bilico da mesi, nel 2016 il presidente Maduro con l’appoggio del Tribunale supremo era riuscito ad evitare il referendum contro il governo nonostante fossero già state raccolte le firme e aveva impedito che si svolgessero le elezioni regionali.
La crisi istituzionale non fa che ripercuotersi anche nel tessuto economico e sociale mettendo in ginocchio il Venezuela.
Nonostante una crisi umanitaria sempre più grave, caratterizzata dalla carenza di cibo, di medicinali e di dispositivi medici, il governo ostacola l’ingresso nel Paese di aiuti umanitari e le diverse iniziative internazionali anche non governative a sostegno della popolazione.
L’inflazione è oltre il 200% ed è raddoppiato il tasso di povertà.
Sembrano lontani gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso in cui grazie al petrolio il Paese aveva raggiunto uno stato di benessere e di progresso notevole.
Moltissimi italiani in quegli anni sono emigrati in cerca di fortuna e hanno creato una comunità perfettamente integrata con quella venezuelana. I nostri connazionali, che provavano a rialzarsi dalla crisi del dopoguerra, restavano affascinati, per citare alcuni esempi, dalle auto di grossa cilindrata che sfrecciavano nelle strade di Caracas e dalla grande offerta televisiva allora impensabile in un’Italia dove la tv era un bene di lusso, in cui la terza rete ha iniziato a trasmettere solo nel 79 e la tv commerciale si è affermata solo negli anni 80.
Un progresso che oggi ha lasciato il posto a una crisi senza precedenti dovuta a una gestione irresponsabile e fraudolenta delle risorse del Paese.
Alla crisi economica si affianca la negazione dei diritti, come ha testimoniato recentemente in un incontro organizzato con i giornalisti nella sala della stampa estera di Roma, Lester Toledo.
La testimonianza di Lester Toledo
Lester Toledo è un parlamentare venezuelano vicino a Leopoldo Lopez (tra i principali oppositori del governo Maduro), è stato perseguitato per aver denunciato la corruzione dilagante in Venezuela.
Nonostante avesse l’immunità garantitagli come parlamentare dalla Costituzione venezuelana, Ha ricevuto un mandato di arresto con l’accusa di terrorismo e di associazione a delinquere, per ordine di Maduro. E’ riuscito a evitare la cattura nascondendosi nel condotto dell’aria condizionata fuori la propria abitazione, mentre il suo palazzo era sotto assedio e successivamente è riuscito a rifugiarsi all’estero. In questi mesi è impegnato in una serie di incontri con i vari rappresentanti istituzionali al fine di metterli a conoscenza della drammatica situazione venezuelana. Nel suo Paese sono centinaia i prigionieri politici, le persone agli arresti domiciliari o in libertà vigilata per ragioni politiche; tra gli esponenti di primo piano in carcere ci sono: Leopoldo Lopez, il sindaco di Caracas Antonio Ledesma e Daniel Ceballos.
Vicinanza del parlamento italiano e della comunità internazionale
Il 24 gennaio scorso l’Italia ha approvato una mozione bipartisan presentata dal presidente della commissione affari esteri del senato, Pier Ferdinando Casini, con la quale si impegna il governo italiano ad adottare con urgenza ogni iniziativa utile, anche in sede di Unione europea e in collaborazione con gli organismi internazionali, per ottenere dal governo venezuelano il ripristino della separazione dei poteri e la salvaguardia delle attribuzioni dei diversi organi costituzionali, per ottenere tra l’altro la liberazione dei prigionieri politici; alleviare la crisi umanitaria; attivare un piano straordinario di assistenza ai connazionali residenti in Venezuela.
In questa delicata fase la comunità internazionale non può far mancare il sostegno a un Paese in cui sta scomparendo l’ultimo brandello di democrazia.