Siria, ancora un venerdì di passione: 9 morti
Il venerdì santo in Siria fa sempre rima con proteste e repressione. Il sessantunesimo venerdì porta con se altre nove vittime di una violenza che non ha conosciuto, negli ultimi 13 mesi, nemmeno un giorno di pausa, neanche da quando, ad aprile, è stato “accettato” il piano di pace di Annan (quello che prevederebbe la fine di tutte le violenze).
Le nove vittime odierne arrivano dopo le due esplosioni che nella giornata di ieri hanno fatto 55 morti a Damasco, la maggior parte dei quali bambini che stavano andando a scuola. La violenza regna sovrana, subito dopo gli attentati di ieri il Consiglio Nazionale Siriano aveva accusato il regime di aver collocato a bella posta sui siti della tragedia cadaveri di oppositori uccisi in precedenza: un modo per far accrescere le esplosioni ed incutere timore fra la popolazione.
Dopo quanto accaduto ieri a Damasco L’Unione europea ha approvato il quindicesimo pacchetto di sanzioni economiche contro Damasco e che colpiranno i beni di due imprese e tre individui, fonti di finanziamento per il regime.
Così dopo la dichiarazione del ministro degli esteri italiano, Giulio Terzi, che ieri aveva affermato che potrebbero esser inviati 2/3.000 uomini per un intervento militare se le cose non cambieranno in Siria, oggi il suo corrispettivo russo, Sergei Lavrov, ha dichiarato: “Una politica di intervento militare straniero nei conflitti interni e l’applicazione di sanzioni unilaterali è solo capace di minare la stabilita’ e di favorire il caos. Bisogna evitare di riproporre uno scenario come quello libico”.
Per il ministro russo: “In questo contesto preoccupa il fatto che il comandante del cosiddetto Esercito di liberazione siriana abbia minacciato di attaccare le truppe del governo”.
Ricordiamo che la Russia e la Cina si sono più volte espresse contrarie all’intervento armato in Siria e restano le uniche due alleate occidentali di Assad, alleate che spesso hanno ignorato violenze e massacra disumani.
Ricordiamo infine che oggi il Consiglio dei Ministri ha deliberato a favore dell’invio dei 17 osservatori italiani diretti in Siria. Faranno parte dei 300 osservatori Onu che dovranno sorvegliare quanto accade in Siria, assicurando che non vi siano in corso qualsiasi tipo di violenza e violazione dei diritti umani, che sia assicurato l’accesso degli aiuti umanitari in tutte le zone interessate dal conflitto, e che sia agevolata la transizione politica a guida siriana verso un sistema politico democratico e pluralista, che rispetti l’uguaglianza dei cittadini a prescindere da affiliazioni politiche, etiche e religiose. Fin ora questa “osservazione” è stata poco osservante, per quanto tempo ancora si dovrà fare il resoconto giornaliero delle vittime?
Enrico Ferdinandi
11 maggio 2012