Washington, fumo e black out in metropolitana: una donna è morta
WASHINGTON — Un incidente nella metropolitana di Washington, le cui cause sono ancora da accertare, ha provocato ieri pomeriggio la morte di una donna, la cui identità non è stata diffusa; oltre trecento persone sono state portate in ospedale per accertamenti a causa del fumo inalato, rendendosi necessario il ricovero per ottantaquattro di loro, di cui due sono in condizioni critiche. Evacuata l’intera stazione grazie ai Vigili del Fuoco, centinaia le persone liberate dopo essere rimaste bloccate in galleria. Oltre mezz’ora il tempo necessario per far uscire dai vagoni i primi passeggeri. Una mezz’ora infinita in questo periodo dove l’allerta attentati è massima, anche perché in questa zona ci sono molti edifici governativi.
«C’era una nebbia fittissima e non si vedeva assolutamente nulla», dicono i viaggiatori ancora sconvolti, «mi sentivo soffocare, credevamo che saremmo morti tutti». Urla, colpi di tosse e disorientamento in una situazione dove la mancanza di informazioni dettagliate, il fumo denso e il buio non sono certamente d’aiuto per mantenere la calma; c’è che prega e chi tenta di forzare le porte, chi segue le istruzioni date sdraiandosi per terra e chi perde conoscenza.
Il convoglio si trovava nella galleria della stazione di Enfant Plaza, una delle più affollate della città, quando il macchinista si è accorto che del fumo usciva da una delle macchine, arrestando immediatamente il treno. Sono stati momenti di paura, con il panico ad impossessarsi dei passeggeri perché contemporaneamente un black out ha oscurato l’intera stazione; paralizzata in parte la seconda rete nazionale di trasporto pubblico.
Caroline Laurin, portavoce del sistema di trasporti cittadino, ha fatto sapere che il National Transportation Safety Board ha aperto un’indagine per stabilire le cause.
Paola Mattavelli
13 gennaio 2015