Iraq: Almeno 39 morti in attentati attribuiti ad Al Qaeda
Le violenze hanno colpito almeno sette zone diverse di Bagdad, molte città di diverse province tra le quali quelle di Salaheddine (Nord) e Diyala (centro), Babylonia, Ninive (Nord) e Kirkouk (Nord), secondo una fonte del ministero degli interni e dei responsabili della sicurezza. Una nuova ondata di violenza attribuita a Al Qaeda ha colpito giovedì l’Iraq, facendo almeno 39 morti in quello che il presidente del parlamento ha denunciato come un tentativo di far crollare i vertici della Lega araba prevista in un mese a Bagdad. Più di 250 persone sono state ferite in questi attentati, quattro attacchi condotti da uomini armati, e macchine fatte saltare in aria.
In totale sei province sono state toccate. Secondo il ministero degli interni, questi atti portano l’inconfondibile firma di Al Qaeda. “l’Organizzazione terrorista di Al Qaeda tenta di far filtrare il messaggio ai propri sostenitori che è sempre attiva sul suolo iracheno e che ha la capacità di colpire nella capitale e le altre città” stima il ministero. Si tratta della più sanguinosa serie di attentati dopo il 14 gennaio, quando un attentato suicida contro dei pellegrini sciiti hanno fatto almeno 53 morti nei pressi di Bassora (Sud). L’ultimo attacco a Bagdad rimonta appena a quattro giorni fa, quando un attentato suicida davanti all’accademia della polizia ha provocato la morte di 15 persone interrompendo così un periodo di relativa tranquillità. Molti degli attacchi di giovedì miravano direttamente alle forze dell’ordine. Altri hanno colpito il quartiere sciita di Kazimiya a Bagdad. E a Bagdad che il bilancio è certamente più pesante con almeno 22 morti e 69 feriti. Il ministero degli interni ha recensito diverse autovetture manomesse con esplosivo, due attacchi condotti da uomini armati contro dei posti di blocco della polizia e almeno sei bombe. L’Iraq deve accogliere il 29 marzo, un meeting della Lega araba. Il primo dopo l’inizio dell’ondata di violenze che ha colpito significativamente la regione. Il meeting dovrà tenersi in una “zona verde”, settore protettissimo nel bel mezzo della capitale. Si tratterà del primo meeting arabo a Bagdad dal 1990. Ma anche del primo appuntamento diplomatico per l’Iraq dopo il ritiro delle ultime truppe americane del suo territorio nel corso del mese di dicembre. Il primo ministro irakeno, Nouri al- Maliki, ha dichiarato che si augura la partecipazione della Siria, sospesa dai lavori della Lega in ragione della repressione sanguinosa che Damas oppone al movimento di contestazione lanciato nel mese di marzo 2011. Gli attacchi di giovedì sono avvenuti in un contesto all’interno del quale la crisi politica paralizza l’Iraq dalla partenza delle forze americane. Il presidente Jalal Talabano ha proposto una “ conferenza nazionale” per giungere alla conclusione del conflitto ma nessuna data è stata ancora prefissata. Il presidente de Parlamento, Oussama al Noujaif ha condannato gli attentati di giovedì, stimando che la loro funzione è proprio quella di “ sollecitare i conflitti tra i figli dell’Iraq”.
Manuel Giannantonio
24 febbraio 2012