Siria, guerra a Idlib: la Croce Rossa negozia per un cessate il fuoco
Caos in Siria e tensione alle stelle a livello internazione: mentre a Idlib si combatte una vera e propria (sanguinosa) guerra civile tra l’esercito di Assad e l’Esercito libero siriano e l’arrivo di navi da guerra iraniane (da sempre insieme a Russia e Cina alleato di Assad) gli altri paese cercano di non rimanere impreparati.
In che senso? Secondo alcune indiscrezioni sarebbero già penetrati nel paese, per partecipare alle azioni di guerra agenti sauditi e qatarioti che si sarebbero infiltrati per collaborare coi ribelli e si ha la notizia di droni americani che starebbero sorvolando il territorio per raccogliere prove dei massacri perpetrati sulla popolazione civile da parte dell’esercito governativo.
A dar appoggio al regime di Assad come detto l’Iran di Ahmadinejad, ieri sono arrivate due navi da guerra che secondo alcuni avrebbero il compito di danneggiare le comunicazioni dei ribelli con delle apparecchiature sofisticate direttamente dal porto di Tartous. Si delinea un delicato equilibrio, da un momento all’altro si potrebbero scatenare scenari da terza guerra mondiale, quella siriana ed anche quella iraniana (da una parte per via della repressione di Assad, dall’altra per la questione nucleare) sono due questioni che in questi mesi hanno dato modo ad Usa e Russia di sancire l’ultimo atto di una guerra fredda che potrebbe culminare con una guerra che gli occidentali (a livello di popolazione) stanno sottovalutando per via della scarsa informazione che ne danno i media ma che potrebbe avere ripercussioni significative in tutto il globo.
Dopo aver bombardato le città in cui vi era maggior concentrazione di dissidenti per settimane (Homs, Aleppo, Damasco) si sta combattendo da alcuni giorni a Idlib: roccaforte dell’esercito siriano libero che questa mattina è stata completamente circondata dall’esercito e dai carri armati di Assad. Ancora sotto attacco anche ad Homs, dove il quartiere di Baba Amr è ormai ridotto in macerie e si contano centinaia di morti e feriti.
Centinai i morti dall’inizio delle proteste, secondo l’Osservatorio per i diritti umani da metà marzo a oggi si contano più di 7.400 persone uccise, per l’Unicef tra di loro vi sono almeno 500 bambini. Non solo morte, violenze, torture e prigionie senza senso sono diventate realtà per centinaia di siriani rei, in questi mesi, di aver solo protestato per chiedere democrazia.
Così mentre i morti aumentano crescono le paure per cosa potrebbe avvenire se il massacro repressivo in atto da mesi in Siria, ora guerriglia, dovesse aprire le porte ad interventi militari di paesi esteri, chi pro chi contro Assad. In Siria, come hanno ricordato più volte molti studiosi, non è la Libia, un intervento militare scatenerebbe una serie di reazioni a catena che porterebbero ad espandere il conflitto molto pericolosamente. E con un Iran che ogni giorno compie passi avanti sempre più significativi in materia di nucleare non resta che sperare che di riuscire a portare democrazia in Siria senza ulteriori spargimenti di sangue, ma l’utopia può aderire alla realtà?
Intanto arriva un tentativo, la Croce Rossa ha affermato in una nota di aver avviato delle trattative per negoziare un cessate il fuoco per riuscire così a trasferire aiuti alle aeree più colpite. Ricordiamo che la Croce Rossa è l’unica agenzia internazionale ad avere operatori umanitari in Siria e sta cercando di ottenere una sospensione dei combattimenti di almeno due ore in determinate località, tra le quali Homs. Carla Haddad, portavoce della Croce Rossa ha affermato: “La Croce Rossa sta esplorando diverse condizioni per il trasferimento di aiuti umanitari. Queste includono la fine dei combattimenti per permettere l’accesso della Mezzaluna rossa e della Croce Rossa”.
Enrico Ferdinandi
20 febbraio 2012