Siria: Damasco accetta osservatori per un altro mese, la Lega si spacca
Mentre il governo siriano “corre ai ripari” per un eventuale attacco militare (ieri l’annuncio dell’acquisto di 36 aerei militari dalla Russia) accetta la richiesta della Lega Araba di promulgare per ulteriori 30 giorni la permanenza degli osservatori nel paese che dovrebbero verificare che sia rispettato dal governo il piano di pace che metta fine alle violenze.
Sono state molte le critiche rivolte agli osservatori nelle ultime settimane, rei di non aver fatto altro che permettere al regime di Damasco di temporeggiare, tanto che tre dei 160 osservatori avevano abbandonato anzitempo la loro missione affermando di “sentire di lavorare per il regime” ed “ostacolare il processo di pace favorendo la repressione”. La repressione lo ricordiamo è in atto dallo scorso mese di marzo quando sono cominciate le rivolte anti-Assad. Almeno 6.000 le vittime registrate fin ora, molte le violenze e gli atti disumani perpetrati dalle forze lealiste e dai mercenari assoldati dal regime.
Dopo quasi un anno il governo di Damasco sembra però cominciare a perdere forza. Gli attivisti affermano che il lavoro degli osservatori non sta facendo altro che permettere al governo di prender tempo e far sembrare agli occhi dell’opinione pubblica internazionale l’operato del regime come l’unico in grado di portare stabilità in Siria. Sta di fatto che negli ultimi mesi tre membri del governo si sono rifugiati in Egitto definendo la condotta delle forze lealiste come inumana e irrispettosa dei diritti dell’uomo.
Nuove alleanze si profilano all’orizzonte. Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, al termine di un colloquio alla Farnesina con il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti Abdullah Bin Zayed ha affermato che da parte italiana c’è: ”grande interesse a collaborare sulla questione siriana nel quadro del Consiglio di Cooperazione del Golfo, di cui gli Emirati Arabi Uniti sono un ‘attore di particolare rilevanza”. Mentre Zayed ha dichiarato: “Siamo molto preoccupati per la situazione in Siria, speriamo che la comunità internazionale possa supportare l’iniziativa che i diplomatici arabi presenteranno al Consiglio di sicurezza dell’Onu entro le prossime due settimane”. Ricordiamo che i 62 osservatori del Consiglio del Golfonon continueranno la loro missione in Siria. Cosa significa? Che anche la Lega Araba comincia a perdere la sua forza, dividendosi in due su questa decisione lancia un chiaro segnale di come si sia ormai quasi giunti ad un bivio dove dover necessariamente decidere quale sia il “vero” provvedimento da prendere contro il regime di Assad.
Enrico Ferdinandi
25 gennaio 2012