Iran: embargo petrolio puo’ causare aumenti carburanti?

Dopo la decisione di ieri dell’Unione Europea di sottoporre ad embargo del petrolio totale l’Iran (per ora è solo parziale sarà totale dal 1 luglio) oggi il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ha affermato, nel corso di un intervista rilasciata alla Cnn che nei confronti dell’Iran: “La carta dell’uso della forza e sempre sul tavolo”, ma sarebbe “fortemente devastante per tutta la regione”.
L’opzione militare è stata più volte menzionata nel corso di questi mesi, non solo da paesi membri dell’Ue, come Inghilterra e Francia ma anche da Usa e Israele. Terzi crede invece che la via delle sanzioni sia la più efficace per evitare l’uso dell’opzione militare.
Ricordiamo che da mesi l’Iran rifiuta di divulgare il piano nucleare che sta mettendo in atto. Le accusa mosse in primis da Israele e poi da numerosi altri paesi è che le ricerche siano volte alla costruzione della bomba atomica. Teheran si è sempre difesa affermando che le ricerche sono volte ad uso civile, intanto a marzo scadrà un ultimatum, quello che vede il paese dover presentare il suddetto piano all’Onu, che in caso negativo dovrebbe prendere ulteriori provvedimenti.
Riportiamo ora quanto affermato dal Presidente della FederPetroli Italia, Marsiglia, in merito alla decisione dell’Ue sull’embargo petrolifero in Iran: “L’embargo iraniano rappresenterà un grande problema per la situazione petrolifera italiana, l’AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia) ha prospettato una situazione che non condividiamo, FederPetroli Italia aveva già esternato lo scorso anno, in sedi istituzionali, l’apprensione a quello che si sta verificando oggi con l’Iran. Iran come già da tempo detto, oltre ad essere un importante fornitore non solo per il nostro paese, è un produttore di greggio di elevata qualità per la produzione di prodotti derivanti dalla raffinazione, usati in grandi quantità da alcune raffinerie italiane. Siamo preoccupati per la corsa alla diversificazione degli approvvigionamenti che ci sarà, non siamo il solo paese che acquista greggio iraniano e, in questo momento, potrebbero essere privilegiati paesi con rapporti di cooperazione con la Repubblica Iraniana non a favore dell’embargo, mi riferisco ai paesi asiatici, già importatori da qualche tempo, in larga misura del greggio iraniano. Saranno favoriti per forza di cose i mercati spot di prodotto, questo comporterà il calo dei margini su tutta l’industria del settore petrolifero. L’adeguamento degli impianti per altri tipi di greggi similari, la scelta di nu! ovi fornitori e le variabili temporali, comporteranno dei problemi non da poco. Se la situazione resterà stabile è inevitabile l’aumento del greggio sui mercati nei prossimi mesi. Per adesso attendiamo maggiori notizie sulla situazione dello Stretto di Hormuz per poter definire e interagire su operazioni decisive di politiche di approvvigionamento”.
Dalle parole di Marsiglia si evince quindi che la questione iraniana ha forti ripercussioni anche sull’economia italiana ed europea e che ciò potrebbe comportare un ulteriore aumento del prezzo del greggio.
Enrico Ferdinandi
24 gennaio 2012