Somalia: scontri a Mogadisco, Al Shabaab recluta oltre 100 giovani
9 dicembre. Sono cominciati ieri gli scontri a Mogadisco, la capitale della Somalia tra le forze governative e il gruppo islamico Al Shabaab. A soli quattro mesi dalla loro cacciata dopo oltre quattro anni di occupazione, il gruppo insurrezionale islamista dimostra tutta la sua volontà a non arrendersi. La tensione si era fatta sentire già negli ultimi giorni quando, secondo il quotidiano locale Somalia Report, i miliziani di Al Shabbab hanno ordinato ad allievi e insegnati delle scuole nella regione di basso Juba ad unirsi alla lotta contro il governo federale di transizione, reclutando oltre 100 giovani.
La comunità internazionale non ha mai visto di buon occhio Al Shabaab tanto che nel 2008 gli Stati Uniti hanno deciso di inserirlo nel gruppo delle organizzazioni terroristiche accusandoli anche di avere legami con Al Qaeda. Questa scelta, secondo alcune fonti somale (cfr Nicolò Carnimeo, Matteo Gugliemo, chi sono i pirati della Somalia ) ha portato però ad un inasprirsi del conflitto e ad un aumento degli attacchi negli confronti delle Ong.
In Somalia non esiste un governo ufficiale dal 1991 e il paese sta vivendo la più grande crisi umanitaria degli ultimi tempi. Durante l’ultimo periodo ci sono stati molti più rapimenti ed è aumentata la difficoltà della comunità internazionale di agire sul territorio. Negli ultimi tempi, si è parlato anche di un accordo tra i Pirati e il gruppo estremista islamico. Secondo diversi osservatori i corsari del Corno d’Africa, situati soprattutto nella regione nord-orientale del paese, scambierebbero con Al Shabaad bottini e ostaggi spartendosi i ricavi.
La situazione rimane molto complessa. La popolazione a nord appoggia i pirati e mette sotto accusa l’occidente. Molti pescatori, a causa della pesca illegale e dei rifiuti tossici scaricati nelle loro acque, vedono la pirateria come difesa del territorio e appoggiano gli attacchi alle navi asiatiche e europee. A sud poi, la decisione della comunità internazionale di appoggiare il governo federale in transizione, è stata vista da Al Shabaab come una mancanza di imparzialità e ha messo ancora più in cattiva luce la comunità internazionale.
di Laura Cesaretti
9 dicembre 2011