Usa: presunti scandali sessuali bloccano la corsa di Cain alla Casa Bianca
Herman Cain, aspirante candidato alla Casa Bianca per il Partito repubblicano ha sospeso la sua campagna elettorale per le presidenziali del 2012. Perché? I presunti scandali sessuali emersi nelle ultime settimane: molestie e infedeltà. Ad ottobre sono emerse le prime accuse di molestie di tre sue collaboratrici, risalenti a quando negli anni ’90 (con un ritardo di 20 anni) era alla guida dell’associazione ristoratori, in seguito si è fatta avanti una quarta donna che ha affermato di essere stata indotta a fare sesso con lui in cambio di un “aiuto” a trovare un posto di lavoro.
Poi lunedì scorso, una donna di Atlanta Ginger White, sua ex collega, ha affermato in un’intervista televisiva di essere stata la sua amante per 13 anni.
Le accuse cadono su Cain con una progressione quasi scientifica, fatalità che dopo essere stato in testa ai sondaggi contro Mitt Romney ne ha compromesso il gradimento.
Cain respinge in toto le accuse contro di lui presentandole come falsità, dichiarando di sospendere la sua campagna per le presidenziali a causa delle incessanti accuse che offendono oltre lui, la sua famiglia. Il suo tuttavia non si presenta come un ritiro dalla politica, anzi dichiara che continuerà a lavorare per cambiare Washington, “dall’esterno”, precisando che sosterrà un altro candidato di cui ancora non ha esplicitato il nome.
Con l’uscita di scena di Herman Cain, la lotta per la conquista della nomination repubblicana si ristringe a due nomi: il favorito Mitt Romney e l’outsider Newt Gingrich, gli altri aspiranti come il governatore del Texas Rick Perry, l’esponente dei «tea party» Michele Bachmann, l’anziano leader liberista Ron Paul e l’ex ambasciatore in Cina Jon Huntsman, non sembrano nelle condizioni di rappresentare particolari minacce.
4 dicembre 2011