Siria: La repressione continua anche sul web
Siria, la repressione continua non solo nelle piazze ma anche sul web grazie al supporto di una società italiana che sta installando un programma per la sorveglianza continua del traffico in entrata ed in uscita dell’intera nazione.
Continuano quest’oggi le manifestazioni in Siria contro il regime di Bashar al-Assad. Nonostante la repressione abbia già all’attivo 3.000 uccisioni ed il patto “stretto” con la Lega Araba non sia stato rispettato (ieri altri 20 civili uccisi ad Homs) Assad sembra riuscire a mantenere il potere senza preoccupazioni, anzi… E’ di oggi la notizia (riportata dal giornale la Repubblica) di una ditta Lombarda che ha stipulato un contratto con il regime siriano per sorvegliare ed intercettare il traffico Internet in Siria. L’azienda in questione è l Area Spa ed il contratto firmato vale più di 13 milioni di euro.
Ogni email in entrata o in uscita passerà quindi potenzialmente sotto il controllo dei servizi segreti di Damasco che secondo indiscrezioni sta cercando di velocizzare l’installazione di questi sistemi poiché vi è l’urgente bisogno di usarli.
Internet è stato proprio il “motore” che ha permesso in questi anni ai cittadini di diversi paesi del mondo (compresa la Siria) di accrescere la propria cultura e capire quale sia la cosa migliore da fare, di potersi organizzare molto più velocemente ed efficacemente, uno strumento di libertà di pensiero e di comunicazione senza il quale vengono meno alcuni diritti fondamentali dell’uomo della sua libertà. La società italiana sicuramente avrà un gran guadagno da questo “lavoretto” ma a quale, vero, prezzo?
Andrea Formenti, amministratore delegato di Area, ha spiegato che la sua società sta lavorando seguendo tutte le regole e leggi vigenti in materia di esportazioni, ma quelle etiche?
Il popolo siriano comunque non si ferma, oggi dopo la preghierà del venerdì si terranno nuove manifestazioni per denunciare denunciare l’accordo raggiunto due giorni fa tra Damasco e la Lega Araba per porre fine a oltre sette mesi di violenze, che secondo gli attivisti dei Comitati di coordinamento locale è solo una “cospirazione” per raggirare la richiesta dell’opposizione che vuole una svolta politica.
di Enrico Ferdinandi
4 Novembre 2011