Nuovo attacco alla base italiana Unifil
L’ultimo attacco alla base italiana della missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) ha destato grande preoccupazione a livello internazionale. Il 10 ottobre 2024, le truppe israeliane hanno colpito tre basi della missione ONU, tra cui quella di Naqoura, che ospita anche il contingente italiano. L’attacco ha provocato il ferimento di due caschi blu, tra cui soldati di nazionalità indonesiana e cingalese, e ha distrutto alcune strutture, compresa una torre di guardia.
Questo episodio ha suscitato dure reazioni, tra cui quella del governo italiano che ha espresso ferma condanna tramite il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Quest’ultimo ha ribadito l’inammissibilità dell’azione, sottolineando che i soldati italiani non possono essere coinvolti in simili episodi e richiedendo spiegazioni immediate a Israele.
La missione UNIFIL, istituita nel 1978 e rafforzata nel 2006, vede la presenza di oltre 10.000 militari provenienti da 46 paesi, con l’Italia come uno dei principali contributori. Questo attacco rappresenta una violazione del diritto internazionale umanitario, secondo le dichiarazioni delle Nazioni Unite, ed evidenzia la crescente tensione nella regione, in particolare tra Israele e Hezbollah, che esercita un forte controllo nella parte meridionale del Libano.
Dopo l’attacco alla base italiana dell’UNIFIL in Libano, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito l’azione “inaccettabile” e ha chiesto una risposta ferma da parte della comunità internazionale. In un’intervista, Crosetto ha dichiarato: “Siamo in Libano e ci rimaniamo. L’Italia continuerà a rispettare i propri impegni internazionali”.