Catalogna, Quim Torra è il nuovo presidente della Generalitat
Dopo una querelle ricca di colpi di scena, tra cui l’arresto e il conseguente rilascio di Carles Puigdemont in Germania un mese e mezzo fa, finalmente la regione catalana ha un nuovo presidente e si avvia verso la fine del commissariamento da parte del governo centrale di Madrid. Il nuovo presidente è stato eletto con 66 voti da parte dei partiti indipendentisti JxCat ed ERC e grazie all’astensione degli indipendentisti anticapitalisti della CUP. L’opposizione ha votato compatta ottenendo 65 voti a sfavore, tra i quali quelli di Ciutadans, PSC, Podem e il PP. Quim Torra è stato quindi eletto con un margine molto risicato di un solo voto. L’elezione del presidente del parlamento è andata avanti per cinque mesi in seguito alle elezioni del dicembre 2017 che avevano avuto come risultato la vittoria relativa del partito unionista Ciutadans ma la maggioranza assoluta in mano alla coalizione indipendentista, la quale però ha insistito per nominare presidente l’autoesiliato Carles Puigdemont sul quale pende tutt’ora un mandato di arresto. A quel punto sono nate discussioni in seno al fronte indipendentista se fosse opportuno insistere con l’ex presidente o se nominarne uno nuovo sul quale non pendessero questioni giudiziarie. Dopo i tentativi di investitura di Jordi Sanchez e Jordi Turull, entrambi falliti a causa del veto del governo centrale per le questioni penali pendenti relative ai due personaggi, finalmente è stato nominato Quim Torra.
Ma chi è il nuovo presidente della Catalogna? Quim Torra è un editore specializzato nel recupero di testi di giornalistici catalani della seconda repubblica (1931-1939) e dell’esilio franchista. Eletto in parlamento con il partito indipendentista JxCat, lo stesso guidato da Carles Puigdemont, è nato a Blanes ed ha 56 anni. E’ membro delle associazioni indipendentiste ANC (Assemblea Nacional Catalana) e Omnium Cultural, le quali sono state all’inizio promotrici della conoscenza della lingua e della cultura catalane e in seguito protagoniste tra i principali promotori del secessionismo. E’ noto soprattutto per le sue posizioni radicali espresse in alcuni articoli su diversi quotidiani a favore del secessionismo catalano e per altri articoli giudicati razzisti nei confronti degli spagnoli e dei catalani parlanti castigliano. Per fare alcuni esempi: “A Barcellona ti succede sempre di incontrare un gruppo di bambini che parlano in castigliano […] Esci per strada e nulla indica che quella sia la via dei tuoi padri e dei tuoi nonni: il castigliano avanza, implacabile, vorace, rapidissimo. Apri i giornali o guardi la televisione e ti parlano di cose che non hanno nulla a che fare con te e il tuo mondo” (El Mati Digital, gennaio 2012). Oppure: “C’è gente che ha tollerato di stare sulla luna -spagnola- e fa della sua vita un esercizio giornaliero di compromesso. Prima tanto nazionalista di preferenza regionale, catalanisti al bagnomaria, tiepidi e sensibilissimi, masochisti di Spagna nella quale stanno una volta si e una no, qui c’è gente che ha detto basta e, ognuno a modo suo, combatte per delle idee e un paese. Gente che già ha smesso di guardare al sud e va a guardare al nord, dove la gente è limpida, nobile, libera e colta. E felice” (El Dingular Digital, 2008). E ancora: “Ora guarda al tuo paese e vai a veder parlare le bestie. Però sono di un altro tipo. Parassiti, vipere, iene. Bestie dalla forma umana che tuttavia distillano odio. Un odio disturbato, nauseabondo, come di una dentatura finta con la muffa, contro tutto ciò che rappresenta la lingua. Sono qui, tra di noi. Li ripugna qualsiasi espressione di catalanità. E’ una fobia malata.” (El Mon, Dicembre 2012).
Cosa aspettarsi dunque da questa legislatura? Torra ha parlato ancora una volta di voler costruire una repubblica catalana, allo stesso tempo si è raccomandato agli alleati astenutisi della CUP di vigilare qualora il nuovo governo cada ancora una volta in tentazioni secessioniste unilaterali (un ossimoro, dato che la CUP è il partito più oltranzista, estremista ed unilaterale). Il nuovo presidente ha ricevuto le critiche sia dalla leader dell’opposizione Ines Arrimadas (Ciutadans), sia dalla sindaca di Barcellona Ada Colau (Podem) per i suoi articoli ritenuti razzisti e denigratori nei confronti degli spagnoli e dei catalani che usano il castigliano. Il nuovo presidente si è quindi scusato con i milioni di spagnoli e catalani oggetto dei suoi articoli. Molti vedono nell’investitura di Torra una mossa di Puigdemont per continuare a mantenere il governo della regione dal suo autoesilio, infatti è stato definito da Ines Arrimadas come un burattino nelle mani dell’ex presidente. Il governo centrale di Madrid ha dichiarato per bocca del presidente del consiglio Mariano Rajoy di essere disponibile al dialogo purchè si svolga nei limiti consentiti dalla legge e che non esiterà a riapplicare il commissariamento della regione, mediante l’applicazione dell’articolo 155 della costituzione, al primo atto di ripresa del processo indipendentista. Quello che ci si può aspettare è innanzitutto una legislatura traballante, dati i pochissimi voti di scarto con l’opposizione, che molto probabilmente non arriverà alla fine. In più non è escluso che il fronte secessionista riprenda la via unilaterale così come non è da escludere che si arrivi ad una convergenza o ad un compromesso con Madrid. Compromesso che però farebbe cadere il governo catalano data l’intransigenza della CUP a non rinunciare alla dichiarazione di una nuova repubblica. La nuova legislatura catalana è quindi una grande incognita.