Trump dichiara solidarietà a Netanyahu sulla piattaforma Truth

“Il processo a Bibi Netanyahu dovrebbe essere annullato immediatamente, o dovrebbe essere concessa la grazia a un grande eroe, che ha fatto così tanto per il suo Stato”. Ipse dixit Donald Trump sul social statunitense “Truth”, riguardo alla continuazione del processo al Premier Israeliano. Benjamin Netanyahu è soggetto, come direbbe il tycoon statunitense, “a uno show dell’orrore”, o semplicemente un processo, dal maggio 2020 per frode e corruzione a suo carico.
“Caccia alle streghe” per Benjamin Netanyahu
The Donald non si è fermato al primo post, ha aggiunto con tanto di maiuscolo: “Una tale CACCIA ALLE STREGHE, per un uomo che ha dato così tanto, è impensabile per me. Merita di gran lunga di meglio, così come lo Stato di Israele”. Dunque, per quale motivo viene portato avanti questo processo al Presidente Netanyahu?
Ci troviamo davanti al Primo Ministro israeliano più pregiudicato della storia del paese. Oltre ai mandati internazionali di arresto per presunti crimini di guerra a Gaza, Benjamin Netanyahu affronta tre casi distinti di corruzione che riguardano violazione della fiducia e accettazione di tangenti. Le motivazioni sono l’accusa di aver accettato da un produttore di Hollywood miliardario, Arnon Milchan, migliaia di sigari e champagne in cambio di favori sul piano sociale e commerciale. In seguito, Netanyahu avrebbe concesso favori normativi di circa 475mila euro a una società di telecomunicazioni, Bezeq, per ottenere una visione mediatica positiva per sé e sua moglie.
Il presidente Trump afferma di aver appreso “solo ora” che questo lunedì Benjamin Netanyahu stato convocato per la continuazione del processo e ne richiede l’annullamento, dopo che Israele e gli Stati Uniti hanno “attraversato l’Inferno” (sempre scritto sul social Truth) ritiene ingiusto il trattamento nei confronti del premier. La determinazione di Trump nel prendere le sue difese è forte: “Sono stati gli Stati Uniti d’America a salvare Israele, e ora saranno gli Stati Uniti d’America a salvare Bibi Netanyahu”.
La risposta della scena politica israeliana
L’opposizione israeliana respinge la richiesta di Trump, contrariati dell’interferenza degli Stati Uniti nella questione legale.
Yair Lapid, leader del partito centrista Yesh Atid, sebbene sia grato al tycoon per il suo sostegno nel conflitto con l’Iran, critica la presa di posizione affermando che Trump supportasse Netanyahu prima di fargli pressione affinché facesse delle concessioni per raggiungere un nuovo cessate il fuoco nella guerra di 20 mesi a Gaza. Gildad Kariv, del partito di sinistra HaDemokratim, tiene a ricordare che nemmeno il Presidente del Consiglio è al di sopra della legge, proprio come insegna la tradizione ebraica.
Dall’altra parte, la destra israeliana difende Netanyahu. Simcha Rothman, politico di estrema destra, sostiene che il processo contenga dei vulnus e mostra solidarietà al leader di Likud, tuttavia crede che “il ruolo del presidente degli Stati Uniti quello di intervenire nei procedimenti legali nello Stato di Israele”. Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, ha appoggiato la richiesta di Trump, affermando che il processo era stato “inventato” da un suddetto “stato profondo”.
Secondo i media israeliani, il controinterrogatorio del premier possa durare oltre un anno. L’andamento del processo può cambiare radicalmente con l’intervento di Isaac Herzog, ma la salvezza di Netanyahu “non è attualmente sul tavolo”.