L’insostenibile violazione sistematica del diritto internazionale

Un genocidio che dura ormai da due anni, un regime di occupazione sanzionato innumerevoli volte che continua dal 1967, un bombardamento ai danni di un paese membro dell’ONU basato su accuse di possesso di armamenti nucleari mai dimostrati. Questa è solo la punta dell’iceberg delle ultime violazioni contrarie al diritto internazionale che molti peasi stanno praticando impunemente negli ultimi anni. Potremmo citare anche l’aggressione alla Serbia del 1999, la guerra in Iraq del 2003 basata sul possesso di armi chimiche mai provate e che si rivelò ufficialmente una fake news e andare avanti all’infinito ma non coglieremmo il problema di fondo, ovvero che allo stato attuale il diritto internazionale viene applicato solamente quando fa comodo mentre nei casi in cui non fa comodo diventa oggetto di abusi giganteschi, ergo il diritto internazionale in quanto tale, anche se esistente de jure, di fatto non esiste più. Ma che cos’è il diritto internazionale?
Il diritto internazionale è una specializzazione e una branca del diritto che regola i rapporti tra Stati e quindi regola la vita della comunità internazionale. Esso ha principalmente tre funzioni: una normativa, una di accertamento e una coattiva, cioè costrittiva. La funzione normativa riguarda le fonti, come ad esempio i trattati che lo istituzionalizzano oppure il principio consuetudinario. La funzione di accertamento è già più complicata poiché, derivando principalmente da trattati, a differenza del diritto interno di un singolo stato dove c’è un giudice la cui competenza discende dalla legge dello stato in questione, nel diritto internazionale non vi sono giudici che ereditano la loro funzione da uno stato ma ci sono degli enti sovranazionali istituiti mediante i suddetti trattati, i quali devono essere riconosciuti e applicati reciprocamente dagli stati che li firmano. Il problema si pone quando alcuni stati non riconoscono la legittimità di questi enti poiché non hanno firmato i trattati che li istituiscono, come ad esempio la Russia e gli Stati Uniti ma anche Israele, la Cina e l’India nel caso della Corte Penale Internazionale. Ne consegue che accertare una violazione compiuta da uno di questi paesi diventa pressoché impossibile da un punto di vista sia giuridico che pratico, come nel caso di Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu. La funzione coattiva è ancora più dolente poiché mancando i presupposti pratici e giuridici per accertare una violazione, anche se questa fosse comprovata, diventa ancora più difficile costringere l’imputato a sottoporsi ad un processo.
Queste funzioni hanno avuto da sempre i loro problemi attuativi ma nell’ultimo ventennio le violazioni si sono estese anche nei confronti degli enti sovranazionali di cui gli stati menzionati sopra hanno sempre riconosciuto la legittimità come ad esempio l’ONU. Oltre a Israele che viola sistematicamente le disposizioni ONU dal 1967, altri paesi come gli Stati Uniti hanno violato l’ONU, che essi stessi riconoscono, con l’invasione della Serbia nel 1999 e con quella dell’Iraq del 2003 così come con i bombardamenti in Iran della settimana scorsa. Stesso discorso vale per la Russia quando ha invaso l’Ucraina nel 2022. Il fatto poi che l’Iran fosse in grado di costruire una bomba nucleare è stato smentito anche dall’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) e i bombardamenti americani, oltre ad essere in palese violazione, sono stati quindi basati su una ipotesi mai dimostrata.
La domanda quindi è: con quale credibilità e con quale faccia si pretende di appellarsi al diritto internazionale quando esso viene violato sistematicamente da almeno vent’anni dai paesi più potenti del mondo? Dato che ogni precedente fa scuola e dato che gli Stati sono essenzialmente dei massimizzatori di se stessi, ora ogni paese si sentirà in diritto di far valere le sue ragioni con la forza appellandosi ai precedenti di altri stati, esattamente come ha fatto la Russia sfruttando a suo vantaggio i precedenti illeciti degli Stati Uniti e di Israele negli anni precedenti, sentendosi quindi in diritto di rivendicare i propri obiettivi e le proprie posizioni violando il diritto internazionale. Ne consegue che le sacrosante condanne contro di essa suonano come un doppio standard e sia l’efficacia che la credibilità del diritto internazionale ne escono irrimediabilmente compromesse.