Mandato d’arresto per Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant.
La Corte penale internazionale (ICC), il principale tribunale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità, ha emesso un mandato d’arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, e contro l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. I due sono accusati di crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella Striscia di Gaza tra l’8 ottobre 2023 (il giorno successivo all’attacco di Hamas contro Israele) fino ad almeno il 20 maggio 2024.
Oltre ai due politici israeliani, il giudice ha emesso una sentenza anche contro tre importanti leader di Hamas: Yahya Sinwar, Ismail Haniyeh e Mohammed Deif, che però sono stati tutti uccisi da Israele negli scorsi mesi durante il conflitto.
Cosa succede ora?
La corte non dispone di una propria forza di polizia che può intervenire e quindi si affida ai singoli stati che hanno il compito di arrestare chi giudicato colpevole. Israele però non ha firmato lo Statuto di Roma, cioè il trattato che nel 1998 istituì la Corte penale internazionale, e quindi non ne riconosce la giurisdizione, e, di conseguenza, non arresterà i propri leader.
Ora, i leader israeliani sono obbligati a dover rimanere all’interno dei propri confini, perché se venisse in visita in Italia (paese che riconosce l’ICC) il governo sarebbe obbligato ad arrestarlo e a presentarlo all’Aia, la sede della Corte, dove sarebbe messo sotto processo. I Paesi Bassi sono stati fra i primi a confermare che arresteranno Netanyahu qualora entrasse nel paese: lo ha confermato il ministro degli Esteri Caspar Veldkamp al parlamento.
Le motivazioni della Corte
Nel mandato d’arresto la Corte ha detto di aver riscontrato «ragionevoli motivi» per credere che Netanyahu e Gallant abbiano la responsabilità penale per diversi crimini: avrebbero usato come metodo di guerra la privazione di cibo, acqua, elettricità, carburante e medicine nella Striscia di Gaza, provocando la morte di civili a causa di malnutrizione e disidratazione.
Inoltre ha ribadito che Netanyahu e Gallant siano direttamente colpevoli degli attacchi intenzionali commessi contro i civili nella Striscia. I due leader israeliani, nonostante avessero a disposizione misure per prevenire o evitare che venissero commessi crimini, non le hanno rispettate a dovere.
“Questo è un giorno buio per la giustizia. Un giorno buio per l’umanità. Presa in malafede, l’oltraggiosa decisione della Corte penale internazionale ha trasformato la giustizia universale in uno zimbello universale. Si fa beffe del sacrificio di tutti coloro che lottano per la giustizia, dalla vittoria degli Alleati sui nazisti a oggi”. Lo ha scritto il presidente israeliano Isaac Herzog su X.