“Redditest”, arriva lo strumento di autovalutazione fiscale
Il “Redditest”, la novità maggiormente significativa del nuovo Redditometro, è ormai sulla rampa di lancio. Il nuovo sistema dell’Agenzia delle Entrate sarà presentato il 20 novembre e supporterà i contribuenti nell’autovalutazione della propria posizione fiscale. Questo nuovo strumento informatico permetterà ai contribuenti di verificare, direttamente dal proprio computer, la congruità e la coerenza del reddito dichiarato in sede di dichiarazione dei redditi con il tenore di vita presunto dal Fisco sulla base dell’analisi di 100 voci di spesa estrapolate dal paniere Istat, ognuna con un proprio coefficiente, raggruppate in 7 categorie: abitazione, investimenti immobiliari e mobiliari netti, mezzi di trasporto, istruzione, tempo libero e cura della persona, assicurazioni e contributi, altre spese significative. A queste spese si aggiungerà la valutazione di uscite calcolate in modo forfettario sulla base delle statistiche nazionali, tra le quali le spese necessarie per cibo, vestiti e scarpe.
In caso di scostamento superiore al 20% tra reddito dichiarato e tenore di vita presunto, calcolato attraverso l’analisi delle spese sostenute durante l’anno di riferimento, scatteranno i controlli automatici. Al contribuente è comunque data la possibilità di correre ai ripari ritoccando verso l’alto la dichiarazione dei redditi, evitando di incappare nell’accertamento sintetico fiscale.
Bisogna però sgomberare il campo da facili fraintendimenti: il “Redditest” è sì uno strumento con il quale il contribuente comunica delle informazioni all’Agenzia delle Entrate, ma è soprattutto un sistema che permette al Fisco di accertare la nostra posizione fiscale indicando se e in che misura il reddito dichiarato si discosta da quello presunto. Il suo scopo è proprio quello di combattere e limitare l’evasione fiscale senza lettere, accertamenti bancari o accessi.
Riguardo i dubbi su una possibile portata invasiva e lesiva di tale strumento nei confronti della privacy dei contribuenti, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha voluto chiarire: “I dati inseriti nel sistema predisposto dall’Agenzia e a noi comunicati resteranno noti solo al contribuente e non ne resterà traccia alcuna sul web”.
Un novità, dunque, destinata ad operare come una minaccia implicita di un modulo da compilare sul proprio computer dietro il quale si nasconde uno strumento dallo scopo tanto necessario quanto difficile da conseguire, quello di combattere l’evasione fiscale, piaga conclamata della nostra società e prodotto di una crisi culturale più che economica.
Giuseppe Ferrara
13 novembre 2012