Draghi: “Crescita guadagna slancio”. Ma servono riforme per sostenere la ripresa
Mario Draghi torna a rivendicare il successo del Quantitative easing annunciato lo scorso 22 gennaio e messo in azione dalla Bce nel mese di marzo. L’acquisto di 60 miliardi mensili di Titoli di Stato, associato al taglio del prezzo del petrolio e all’abbassamento dell’euro, sta mostrando i suoi effetti positivi sull’economia europea.
“La crescita sta guadagnando slancio – afferma Draghi -. La base per la ripresa economica nella zona euro si è chiaramente rafforzata, ciò è dovuto alla caduta del prezzo del petrolio, alla ripresa della domanda esterna e al deprezzamento dell’euro”. Il numero uno della Bce fa il punto sull’impatto del Qe nel corso di un’audizione al Parlamento europeo annunciando che il piano di politica monetaria ultraespansiva andrà avanti finchè l’inflazione non raggiungerà l’obiettivo prefissato, ovvero un livello inferiore, ma vicino al 2%.
E secondo le stime della Bce, nonostante l’Europa sia sulla strada giusta, l’obiettivo è anche lontano: “L’inflazione nella zona euro – spiega Draghi – rimarrà molto bassa o negativa nei prossimi mesi perché la recente caduta dei prezzi del petrolio continuerà a influenzare i dati fino a fine anno, comunque i tassi di inflazione sono attesi cominciare ad aumentare gradualmente verso la fine dell’anno”. Nelle stime diffuse dalla Banca centrale europea infatti i prezzi dovrebbero raggiungere lo zero nel corso del 2015 e poi salire fino all’1,8% nel 2017.
La ripresa dell’Unione europea quindi si sta rafforzando e Draghi festeggia soprattutto l’effetto positivo che il QE può avere sull’economia reale dei Paesi membri. Draghi, parlando al Parlamento europea, si dice particolarmente soddisfatto perché l’operazione “sta cominciando a trasmettersi in modo costante lungo tutto la catena finanziaria” favorendo i prestiti al settore privato. “Siamo più fiduciosi di 3-4 mesi fa, la politica monetaria si sta trasmettendo all’economia reale e ci sono diversi segnali come la ripresa del flusso del credito alle piccole e medie imprese” conclude Draghi.
I primi effetti positivi però, ammonisce il governatore della Bce, non devono spingere i governi europei verso l’immobilismo: “I risultati positivi del nostro programma di acquisto non devono distrarre altri dal dare il loro contributo, servono politiche di bilancio per sostenere la ripresa, assicurando la sostenibilità del debito, la piena e coerente attuazione del Patto di stabilità, chiave per la fiducia, e le riforme strutturali”.
di Marta Panicucci
24 marzo 2015