Iva sui rifiuti: Confconsumatori chiede l’intervento di Monti

Dopo che lo scorso 9 marzo la Corte di Cassazione ha fatto chiarezza riconoscendo l’illegittimità dell’Iva, la Confconsumatori chiede un intervento normativo per evitare valanghe di ricorsi che potrebbero riversarsi ai rispettivi competenti Giudici di Pace, a seguito di questa importante sentenza pronunciata a favore dei consumatori in materia di restituzione dell’Iva applicata alla Tia sui rifiuti. Se ciò avvenisse l’effetto per gli Uffici Giudizari, già con enormi difficoltà, sarebbe catastrofico perchè li paralizzerebbe.
Nelle motivazioni della sentenza dell’alta Corte viene ribadito, quello che da anni è stato dibattuto e cioè che la Tia è un’entrata tributaria e di conseguenza non è soggetta a Iva. Confconsumatori in questa materia ha già ottenuto diverse pronunce vittoriose, sia da parte dei Giudici di Pace sia dalla Commissione Tributaria, e ha fornito gratuitamente a migliaia di persone il fac-simile della lettera con cui gli utenti hanno messo in mora i gestori, chiedendo sia di non applicare l’Iva per il futuro, sia il rimborso di quella versata.
Il Presidente nazionale di Confconsumatori, Mara Colla, così scrive: “chiediamo al Premier Mario Monti, anche in qualità di Ministro dell’Economia di emanare una norma che, da un lato, disponga la non applicabilità dell’Iva sulla Tia e, dall’altro, dia immediata attuazione alla sentenza della Cassazione obbligando i gestori a riaccreditare l’importo pagato indebitamente dai cittadini a partire dalla data in cui è stato richiesto e pagato.
Ma Confconsumatori non solo ha chiesto al Presidente Monti un suo doveroso intervento politico, che ritiene indispensabile, ma ha annunciato di voler tenere alta l’attenzione sul tema anche promuovendo giudizi presso il Giudice di Pace, per vedere rispettata l’attuazione della sentenza 3756 del 9 marzo 2012.
Questa sentenza non rappresenta un’assoluta novità, perchè ribadisce un principio già oggetto della precedente sentenza 238 del 2009, nella quale la Corte Costituzionale aveva riconosciuto la natura tributaria della Tia, sentenza che pose la prima pietra sulla materia e sulla quale hanno poggiato tutte le istanze di rimborso che gli italiani hanno presentato. A queste istanze era seguita nel 2010 una circolare del dipartimento delle Finanze, nella quale stabiliva che la Tia ha natura non tributaria e come tale deve essere assogettata all’Iva. Tuttavia quest’ultima sentenza dà maggior peso a eventuali richieste di rimborso, ma non è automatica la restituzione dei soldi.
Si ricorda che la manovra economica dello scorso dicembre del nuovo Governo aveva dato un colpo di spugna alla questione complessa di Tarsu, Tia1 e Tia2, mandandole tutte in pensione. Infatti, a partire dal 2013 dovrebbe nascere un nuovo tributo comunale su rifiuti e servizi che sostituisce le vecchie tariffe. Anche in questo caso si parla di tributo e, come tale, non deve essere soggetto a Iva, pertanto il problema non è affatto risolto e potrebbe ripresentarsi.
Sebastiano Di Mauro
18 marzo 2012