Juncker: Italia e Francia avanti con riforme o non sarà piacevole. Renzi incontra Lagarde: Anche Fmi chiede di investire su crescita
ROMA – Se Italia e Francia non andranno avanti con le riforme annunciate ci sarà “un inasprimento della procedura sul deficit” e “se alle parole non seguiranno i fatti, per questi Paesi non sarà piacevole”. Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, intervistato dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, avverte Roma e Parigi sulla necessità di proseguire sulla strada delle riforme e sulle possibili conseguenze per i due paesi nel caso in cui il processo riformatore innescato si arrestasse. Nel corso dell’intervista però, il neo presidente della Commissione, sostiene la necessità di “dare fiducia” ai due Stati. “Dovremmo dare fiducia agli italiani e ai francesi. E poi vedremo, proprio a marzo, come sarà andata”, spiega Juncker. “I loro governi – aggiunge – ci hanno garantito che faranno quanto annunciato”.
L’ex premier lussemburghese ha voluto anche sottolineare il cambio di registro con i suoi predecessori e ha spiegato: “Per me si tratta ora di sostituire un diktat immediato con una fiducia a lungo termine” “Si tratta – ha aggiunto – di una sana comprensione tra persone”. Per il presidente della Commissione, la situazione di dialogo attuale “è meglio, rispetto alla possibilità di imporre prescrizioni senza che poi succeda nulla”.
La parola d’ordine di Bruxelles resta quindi “riforme” e il piano italiano ha ottenuto l’apprezzamento dell’Eurogruppo, assieme alla richiesta di attuare misure efficaci per raggiungere l’obiettivo di riduzione del deficit strutturale.
Anche il vicepresidente della Comissione Ue Jyrky Katainen sostiene, in un’intervista a La Stampa, l’importanza delle riforme e spiega che il piano di investimenti elaborato da Juncker non basta. “Se restano ostacoli burocratici agli investimenti privati, se l’amministrazione è lenta, se ci sono incognite non finanziarie, il nuovo fondo Efsi potrà far poco”, spiega il finlandese. “La risposta non è nel creare nuovo debito – sottolinea Katainen – ma nel focalizzarci sulle riforme che servono a stimolare la ripresa”.
E come è possibile stimolare la ripresa se non attraverso investimenti sulla crescita? L’Europa dovrebbe insistere su questa strada. Questo in estrema sintesi, sembra essere il pensiero di Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario internazionale, che oggi a palazzo Chigi ha incontrato il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nel corso del colloquio la Lagarde avrebbe insistito su questo punto tanto da portare Renzi, , secondo quanto riporta l’agenzia ANSA, a commentare con suoi consiglieri economici dopo la visita: “Se perfino il Fmi, che non è esattamente una sezione del Partito Comunista a Washington, chiede all’Europa di investire sulla crescita, qualche domanda i partner Ue dovranno pure cominciare a farsela”.
Al centro del colloquio, secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, l’agenda per la crescita e gli investimenti in Europa; tema centrale nella strategia di alleanze e network che il premier sta tessendo attorno all’approccio ‘pro-growth’ – a favore della crescita – che ha contraddistinto la presidenza italiana dell’Unione e le indicazioni maturate anche dal G20 di Brisbane dove era presente anche la direttrice del Fmi.
Donato Notarachille
10 dicembre 2014