Deflazione, Draghi: “Situazione sempre più difficile”
“La situazione dell’inflazione nell’Eurozona è diventata sempre più difficile”. Ad affermarlo è il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, durante un convegno a Francoforte. Nel corso dell’incontro il governatore italiano ha altresì ribadito che la Bce farà “tutto quello che deve per alzare l’inflazione e le aspettative d’inflazione il più veloce possibile”, anche eventualmente cercando nuovi canali di intervento. Il riferimento al quantitative easing, l’acquisto di titoli anche di Stato, è chiaro. Una eventualità che Draghi avvicina cronologicamente riconoscendo che non sono più ammissibili “ritardi” nel far risalire l’inflazione.
Il governatore ha ricordato i progressi fatti da quando è esplosa la crisi economica: i rendimenti dei bond sovrani della periferia sono calati del 3%, gli squilibri tra Paesi sono ora un po’ meno marcati. La ripresa, tuttavia, è ancora lontana “e anche gli indici Pmi pubblicati ieri suggeriscono che una ripresa forte non ci sarà nei prossimi mesi, con gli ordini al settore manifatturiero che sono calati per la prima volta dal luglio 2013″.
Ed è proprio sull’andamento dei prezzi che si concentrano le preoccupazioni del Presidente della Bce. “Se nel novembre scorso l’inflazione si attestava allo 0,9%, quantomeno ci si aspettava che risalisse oltre l’1%. Ciò non è accaduto e l’ultima lettura ci parla di prezzi al +0,4%”. L’obiettivo della Bce, infatti, è di mantenere la dinamica dei prezzi poco sotto il 2% nel medio termine.
Draghi ha sottolineato, inoltre, come anche i prezzi ‘core’, cioè depurati delle componenti temporanee, siano a livelli troppo bassi da troppo tempo: “La debolezza della domanda sta giocando un ruolo decisivo. In aggiunta, i salari stanno crescendo al minimo livello da tre anni e ciò rappresenta un ulteriore fattore che toglie pressione inflattiva. Abbiamo già avuto una bassa inflazione in passato, spinta giù dai prezzi dell’energia. Ma a quel tempo, l’inflazione di fondo si stava già muovendo verso l’alto, visto che l’economia era in ripresa, tanto che ci ha tranquillizzati sul fatto che la dinamica dei prezzi sarebbe risalita nel medio termine. Questa volta, invece, il quadro generale è diverso”.
Infine, il Presidente della Bce ha indicato la strada percossa dalla Bce, venendo in aiuto ai mercati: “Siamo passati da una politica monetaria passiva ad una gestione più attiva del nostro bilancio. Ciò significa che ora a determinare i nostri orientamenti di politica monetaria sono i cambiamenti nella dimensione e nella composizione del nostro bilancio o, a voler essere più precisi, i mercati in cui interveniamo, la portata e il ritmo dei nostri acquisti”.
Giuseppe Ferrara
21 novembre 2014