Mattarella firma la Manovra: attesa ora alla Camera
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la Manovra, che adesso è attesa in Parlamento. In ritardo rispetto alla tabella di marcia prospettata dal governo, inizia oggi il lungo iter parlamentare che porterà poi il testo al Senato, fino all’approvazione prima di Natale. Secondo alcune indiscrezioni, l’obiettivo del governo al momento sarebbe quello di accelerare il processo di altri decreti per non arrivare a discutere la legge di Bilancio negli ultimi giorni di dicembre.
Le misure previste
Tra misure confermate, altre potenziate e altre ancora varate ex novo, la legge di Bilancio 2025 prevede inoltre un nutrito pacchetto di bonus, i cui contenuti e modalità di fruizione verranno discussi nel dettaglio ora nel passaggio della Manovra in Parlamento. Si va dal bonus mobili, a quello sulle ristrutturazioni fino alla nuova carta per i nuovi nati e ai fringe benefit potenziati per i nuovi assunti che decidono di trasferirsi. Tra i principali provvedimenti, vi sarebbe poi il contributo chiesto alle banche, il bonus bebè, il quoziente familiare e l’allargamento della platea di lavoratori ai quali verrà tagliato il cuneo fiscale e un l’aumento di 7 euro delle pensioni. Discusso anche l’Ires premiale, come ha affermato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini: «Ires premiale per chi mantiene il 70% degli utili nell’azienda usandone una parte, pari al 30%, per gli investimenti in tecnologia, produttività, welfare e formazione». Per quanto riguarda le pensioni, la novità annunciata potrebbe essere quella di un aumento delle minime nel 2025: dovrebbero aumentare del 2,7%, circa 1,7 punti oltre l’inflazione e valere quindi 631,37 euro dai 614,77 attuali. Dovrebbe quindi essere confermato l’intervento fissato per il 2024 che prevedeva un incremento del 2,7%. Inoltre, nella manovra dovrebbe essere introdotta la possibilità di usare i fondi integrativi alimentati con il Tfr per consentire di andare in pensione a coloro che non hanno raggiunto l’importo dell’assegno sociale con il sistema contributivo e andare così in pensione di vecchiaia a 67 anni. Intanto, il leader della Cgil Maurizio Landini ha già invocato lo sciopero generale chiedendo più risorse per lavoratori e sanità: «Noi non escludiamo nulla, questo è il momento di scendere in piazza». Ha continuato Landini: «In Italia aumentano le entrate, ma il maggior aumento arriva dai lavoratori dipendenti che pagano i servizi pubblici di tutti. Se a fine anno ci sono 15 miliardi di entrate in più che arrivano dai dipendenti, ai dipendenti vanno restituiti». Al contrario, la Cisl ha accolto con favore le misure, in attesa di vedere il testo definitivo.