Mario Draghi, un piano per il futuro dell’Unione Europea
In un report di 400 pagine, Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea, lancia un monito potente all’Unione Europea: è necessario un cambiamento radicale, altrimenti il continente rischia una lenta agonia. Presentato alla Commissione Europea e alla stampa alla presenza della presidente Ursula von der Leyen, il documento individua circa 170 proposte concrete e attuabili per rilanciare la competitività dell’Europa e garantire la sua sopravvivenza. Tra queste, spicca la necessità di investimenti aggiuntivi pari a 800 miliardi di euro l’anno, quasi il doppio del famoso Piano Marshall del Dopoguerra.
L’Europa a rischio declino secondo Mario Draghi
Mario Draghi descrive una situazione economica complessa, caratterizzata da un divario crescente tra l’Europa e le altre potenze globali, soprattutto gli Stati Uniti. Secondo il rapporto, dal 2000 il reddito disponibile pro capite negli Stati Uniti è cresciuto quasi il doppio rispetto a quello europeo. Questo rallentamento nella crescita della produttività europea ha avuto un impatto diretto sul tenore di vita delle famiglie del continente. Inoltre, il contesto internazionale presenta nuove sfide: maggiore concorrenza dall’estero, ridotto accesso ai mercati globali e un’accresciuta vulnerabilità economica.
Tre aree di intervento prioritarie per Mario Draghi
Il rapporto di Mario Draghi individua tre settori principali in cui è necessario un intervento immediato per invertire la rotta.
1. Superare il Divario Tecnologico: L’Europa ha perso terreno rispetto a Stati Uniti e Cina, soprattutto nelle tecnologie avanzate. Un dato emblematico è che tra il 2008 e il 2021, il 30% delle imprese “unicorno” europee (startup valutate oltre il miliardo di dollari) ha lasciato il continente, trasferendosi principalmente negli Stati Uniti. Draghi propone un massiccio investimento in ricerca e innovazione, oltre alla riduzione delle barriere burocratiche che attualmente ostacolano la nascita e lo sviluppo di nuove imprese tecnologiche.
2. Decarbonizzazione come Opportunità: La transizione ecologica deve essere un’opportunità e non un ostacolo per la competitività europea. Attualmente, il costo dell’energia in Europa è troppo elevato, il che rende la decarbonizzazione un processo costoso per molte aziende. Draghi sottolinea l’importanza di un chiaro coordinamento tra gli Stati membri per evitare che la lotta al cambiamento climatico vada a discapito della crescita economica.
3. Sicurezza e Riduzione delle Dipendenze: La pandemia e la guerra in Ucraina hanno mostrato le debolezze dell’Europa in termini di sicurezza economica e approvvigionamento di materie prime cruciali, come i chip e le terre rare. Draghi propone una strategia economica estera che includa accordi con partner affidabili e una maggiore autosufficienza in settori chiave come i semiconduttori. In questo contesto, il report chiede anche un maggiore coordinamento nella difesa, un settore in cui l’Europa è troppo frammentata e inefficiente.
La ricetta di Mario Draghi
L’elemento centrale della visione di Draghi è la necessità di investimenti straordinari per un totale di 800 miliardi di euro annui. Questi fondi, secondo l’ex premier italiano, devono provenire sia da capitali privati che pubblici, e una delle proposte più innovative riguarda l’emissione regolare di titoli comuni europei. Questa misura consentirebbe agli Stati membri di finanziare progetti di interesse comune, ma rappresenta anche un punto di frizione con paesi come la Germania e altre nazioni del Nord Europa, storicamente contrarie a forme di condivisione del debito.
Meno regolamentazione, più cooperazione
Un altro tema centrale del rapporto riguarda l’eccesso di regolamentazione. Secondo Draghi, il 60% delle imprese europee ritiene che le normative dell’UE rappresentino un onere eccessivo, che frena l’innovazione e la crescita. La sua proposta è quella di creare una nuova figura istituzionale all’interno della Commissione Europea, un vicepresidente incaricato di ridurre la burocrazia.
Inoltre, il rapporto sottolinea l’urgenza di rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri, specialmente nelle decisioni politiche. Draghi propone di aumentare le decisioni a maggioranza qualificata, un passo che molti paesi, attaccati alla propria sovranità, vedranno con sospetto. Tuttavia, l’ex banchiere centrale avverte che, se l’Europa non riuscirà a migliorare il coordinamento interno, si rischia una paralisi politica che comprometterà il futuro dell’intera Unione.
La prossima fase
Il rapporto Draghi sarà oggetto di discussione al vertice informale dei leader europei a novembre a Budapest, dove verranno valutate le proposte concrete per rilanciare l’Europa. Von der Leyen ha già affermato che il documento rappresenterà la sua “bussola” per i prossimi mesi e anni, sottolineando l’urgenza di implementare le riforme suggerite.
Il messaggio di Draghi è chiaro: senza un cambio di rotta immediato e sostanziale, l’Unione Europea rischia di perdere la sua capacità di garantire ai cittadini i valori fondamentali di prosperità, equità e libertà. E la posta in gioco, avverte, è la stessa esistenza dell’Unione.