Giorgetti: le banche contribuiranno alla finanza pubblica
Il 7 agosto ha preso luogo a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri; tra i vari ministeri che si sono espressi sui provvedimenti da adottare vi è Giancarlo Giorgetti all’Economia e Finanze, che insieme al Viceministro Maurizio Leo, ha rilasciato la dichiarazione: “Le banche saranno chiamate, come tutti i cittadini, a contribuire alla finanza pubblica penso non ci sia nulla di strano”.
Giorgetti informa dunque sulla stretta fiscale che vede costrette gli istituti bancari a contribuire attivamente alle casse dell’erario e a non versare le imposte sui soli extraprofitti (o windfall tax in gergo, ovvero le imposte che vengono temporaneamente applicate a un settore di mercato che registra guadagni ingenti e improvvisi).
“…Non ci saranno tasse sugli extraprofitti, ma le tasse sui profitti sì, come per tutti gli altri” – prosegue la dichiarazione – “Francamente, bella storia anche quella del tesoretto. Aspettiamo quando finiranno altre liquidazioni, ci sono scadenze che sono state prorogate e poi tireremo le somme. Come ci insegniamo le Olimpiadi, non è che uno arriva a 100 metri dal traguardo e dice ho vinto, o no? Avete visto qualcuno che lo dice? Aspettiamo la fine, perché quello è il momento della verità. Poi faremo le nostre valutazioni”: così controbatte alle voci sull’ipotetico tesoretto fiscale da 20 miliardi che si andrebbe ad utilizzare per la manovra successiva.
La situazione degli istituti di credito italiani racconta un quadro molto positivo, nell’ultima semestrale registrata del 2024 i cinque gruppi più grandi (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper) overperformano chiudendo con un aumento del 10,4% del margine di interesse.
Lo studio di Fondazione Fiba First Cirsl sottolinea l’aumento dell’incidenza del margine di interesse sul totale dell’attivo: dall’1,6% all’1,8%. La politica monetaria della Banca Centrale Europea ha fatto si che i tassi d’interesse scendessero a ritmo rallentato nel breve termine così da gonfiare i numeri del margine di gestione del denaro. L’incremento dei ricavi ha registrato un utile netto di 12 miliardi di euro, una crescita del 19,8% con un return on equity (ROE) dei cinque grandi nomi sopracitati del 15,5%.
Di contro si registra una tendenza ribassista del credito, si contrae infatti del 3,2% (37 miliardi di euro) rispetto al 2023, la riduzione è del 4,5% se si analizzano i prestiti effettivi all’economia reale con target di famiglie o imprese, una tendenza però che si uniforma all’andamento del resto del settore: diversamente prosegue solo nel resto d’Europa dove paesi come Francia, Spagna e Germania registrano trend leggermente rialzisti.
L’esenzione o la contribuzione fiscale in merito alle banche in quanto istituti finanziari è una questione che ci ha accompagnato dall’inizio della storia moderna, in quanto membri dell’Unione Europea sappiamo che il rapporto Stato – Istituti di Credito subisce spesso regolamentazioni tra divieti e incentivi, ed oggi sul suolo continentale ci adeguiamo uniformandoci, chi più chi meno, allo statuto e alle dichiarazioni della BCE.