Connessione energetica: stipulato accordo tra Algeria e Italia
Si intensificano le relazioni tra Italia e Algeria sul piano della connessione energetica.
Il 31 luglio scorso la compagnia petrolifera nazionale algerina Sonatrach e la società pubblica dell’elettricità e del gas Sonelgaz hanno firmato un memorandum d’intesa con il complesso energetico italiano Eni per realizzare studi di fattibilità congiunti per un progetto di interconnessione elettrica tra le reti dell’Algeria e dell’Italia attraverso un cavo sottomarino.
La firma si è svolta a Milano alla presenza degli amministratori delegati delle tre società, Rachid Hachichi, Mourad Adjal e Claudio Descalzi, come riferisce Sonatrach in un comunicato pubblicato il primo di Agosto. L’accordo mira a “scambiare o fornire elettricità al mercato italiano ed europeo”, si legge nella nota, aggiungendo che “questo progetto, che ha una dimensione altamente strategica, sarà il primo nel suo genere e consentirà la creazione di un hub energetico che collegherà l’Algeria all’Europa”.
Sonatrach ha sottolineato che questo memorandum d’intesa rafforzerà la cooperazione esistente tra Sonatrach ed Eni nell’ambito dei due accordi strategici d’intenti firmati ad Algeri il 23 gennaio 2023, che miravano a individuare futuri progetti comuni relativi all’approvvigionamento energetico, alla transizione energetica e alla decarbonizzazione.
Da parte sua, Sonelgaz ha affermato in un comunicato sui propri social, che gli studi sul progetto includono “una valutazione tecnica, ambientale, legale, economica e finanziaria del mercato, con l’obiettivo finale di produrre, trasportare e commercializzare elettricità decarbonizzata da fonti rinnovabili”.
Lo studio include un calendario dettagliato delle fasi del progetto, dalla progettazione al funzionamento e alla messa in servizio, precisa ancora Sonelgaz.
Trattasi di un’intesa che va a infittire la rete di relazioni fra il governo italiano e l’Algeria, già in forte miglioramento grazie al piano Mattei, un memorandum di intesa che dimostra l’impegno del governo italiano per rendersi indipendenti dal gas russo entro il 2025 e che stando alle stime degli analisti, potrebbe portare Eni ad una rendita di circa l’11%.
Niente di nuovo, trattasi di una riapertura del progetto Galsi, un progetto del 2005 in realizzazione dal 2009 ma mai portato a termine.
La tratta che questa nuova connessione dovrebbe effettuare è una sorta di triangolo aperto che parte dalla costa Algerina, attraversa il Mediterraneo, emerge a Porto Botte e attraversa in maniera diagonale la Sardegna fino ad Olbia per poi compiere un ultimo tratto nel Mar Tirreno fino a Piombino.
Un progetto che da sempre porta con se numerose critiche da parte di comitati sardi contrari alla realizzazione del gasdotto, in particolare riguardo al forte impatto ambientale che si verrà a creare sul territorio isolano: bisognerà superare 300 fiumi e deviarne 50, attraversare 14 passaggi ferroviari e 108 strade.
Proprio questo è infatti il cruccio della sinistra Italiana che già ha presentato tramite il PD un’interrogazione parlamentare alla presidenza del consiglio in merito a questo tema, passato in secondo piano a causa del tanto discusso incontro di pugilato fra Imane Khelif e Angela Carini.