G7 Ambiente, Energia e Clima: esito del summit e discussioni
Si chiude martedì 30 aprile il G7 Ambiente, Energia e Clima tenutosi presso la Reggia di Venaria Reale, in provincia di Torino. L’obiettivo del summit tra le sette grandi potenze industriali del mondo è quello di definire delle “direttive strategiche” in preparazione alla ventinovesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (Cop29), che si terrà il prossimo Novembre in Azerbaigian.
Il vertice si è concluso con la firma di un accordo che a parere di alcuni ha rispecchiato le attese in merito a transizione energetica e clima. Tuttavia, l’accordo è stato anche oggetto di varie critiche per i pochi passi in avanti fatti rispetto agli scorsi summit.
Transizione energetica e accordo sul carbone
Per la prima volta, con il comunicato del G7 di Torino si stabilisce un termine temporale per l’utilizzo del combustibile fossile più inquinante: il carbone. Infatti, il G7 ha concordato di “Eliminare progressivamente la produzione attuale di energia da carbone unabated nei nostri sistemi energetici entro la prima metà degli anni 2030 o secondo una tempistica coerente con il mantenimento di un aumento della temperatura limitato a 1.5°C, in linea con le vie verso l’emissione netta zero dei paesi”.
I paesi del G7 hanno dato quindi il via ad un percorso progressivo di phase out dal carbone per la produzione energetica. Tuttavia, come sottolineato da Ken Saitō, ministro giapponese dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, tale accordo non assicurerà una completa abolizione dell’utilizzo del carbone. Infatti, il comunicato non prevede l’eliminazione del carbone “abated”, ovvero sottoposto a meccanismi di cattura e stoccaggio di CO2. Ciò implica che le centrali a carbone dotate di tali sistemi potranno continuare a essere operative.Inizio modulo
Tra le altre promesse in materia di energia, con l’accordo di Venaria i Paesi del G7 si impegneranno per “assicurare una riduzione del 75% delle emissioni globali di metano derivanti dai combustibili fossili, anche mediante la riduzione dell’intensità delle emissioni di metano dalle operazioni petrolifere e del gas entro il 2030”. Inoltre, il G7 si impegnerà per il triplicamento della capacità globale di energia rinnovabile ed il rafforzamento della sicurezza energetica.
Energia nucleare
Per quanto riguarda il nucleare, il G7 ha confermato il suo impegno a ridurre la dipendenza dai beni nucleari di origine russa e a promuovere una catena di approvvigionamento alternativa e diversificata. Si è sottolineata l’importanza della sicurezza nucleare, mentre è stata condannata l’assunzione del controllo militare della Russia sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina, affermando che ciò rappresenta una seria minaccia per la sicurezza nucleare con implicazioni a livello internazionale.
Inoltre, l’energia nucleare è stata riconosciuta come una fonte potenziale di energia pulita e a emissioni zero che può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la sicurezza energetica globale. Perciò, tramite l’accordo i paesi del G7 si impegnano a rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento nucleare e a promuovere lo sviluppo responsabile di tecnologie nucleari innovative, inclusi reattori avanzati e modulari di piccole dimensioni, come i microreattori.
Coalizione Acqua del G7
Riconoscendo l’importanza dell’acqua per lo sviluppo sostenibile e la pace, insieme alla necessità di azioni concrete, il G7 si impegna a istituire una Coalizione Acqua, con lo scopo di “identificare obiettivi e strategie comuni per affrontare la crisi globale dell’acqua e integrare l’acqua in modo significativo nei processi esistenti”. La Coalizione mira a promuovere politiche efficaci per raggiungere gli obiettivi legati all’acqua (come l’SDG 6) e “coordinare contributi e posizioni in preparazione di eventi principali sull’acqua o altri eventi in cui potrebbero essere discussi e/o negoziati questioni legate all’acqua”. Si prevede un coinvolgimento degli esperti e una relazione sulle attività svolte entro il 2025.
Le critiche
Non mancano le critiche rispetto all’esito del summit.
In particolare, desta preoccupazione la mancanza di strategie concrete volte a realizzare gli obiettivi stabiliti alla Cop28 a Dubai e confermati nel vertice, come il raddoppio dell’efficienza energetica globale e il triplicamento della capacità globale delle energie rinnovabili entro il 2030.
In aggiunta, sono emerse critiche riguardo alle politiche energetiche adottate dai paesi partecipanti, con particolare attenzione all’Italia e alla Germania, che continuano a puntare sul gas naturale nonostante gli obiettivi climatici. L’idea di trasformare l’Italia in un hub europeo per il gas è stata infatti contestata come incongruente rispetto all’obiettivo di limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi Celsius.
Nel corso del summit, Simon Stiell, Segretario Esecutivo dell’Unfccc, sottolinea con forza la necessità che i Paesi del G7 assumano un ruolo di leadership ed un’azione climatica più audace:
“Non c’è motivo per cui questo forum, composto dalle più grandi economie sviluppate del mondo, non possa collaborare per compiere passi più audaci, che potrebbero potenziare ciò che è possibile nei negoziati climatici globali. Il G7 che guida il cambiamento – in particolare attraverso tagli molto più profondi alle emissioni e una maggiore e migliore finanza climatica quest’anno – è del tutto fattibile. È essenziale se vogliamo evitare un disastro economico globale”.
E dopo aver enfatizzato l’importanza di rafforzare la finanza climatica e considerare il clima come una priorità trasversale in tutte le politiche governative conclude: “Non possiamo permetterci di procrastinare e ritardare. Ripetere vecchi testi in un altro comunicato. Impegnarci ad impegnarci in un futuro lontano. Dobbiamo ottenere seri risultati climatici, adesso”.
Articolo a cura di: Giulia Abate