Murdoch abbandona il trono di Fox News

Il dominio mediatico di Rupert Murdoch si sta avviando al suo termine dopo aver dato vita, nel giro di alcuni decenni, ad una vera e propria galassia organica perfettamente abitabile dalla far-right americana.
Un percorso segnato dalla disinformazione e dal populismo
Il 92enne magnate dei media di destra, che ha annunciato giovedì le sue dimissioni da presidente di Fox Corporation e News Corporation, lascerà dietro di sé un’influente eredità storico-politica, prima ancora che economica e mediatica. Sotto la sua guida, entrambe le emittenti hanno rappresentato (e tuttora rappresentano) un pericoloso cocktail di disinformazione e teorie del complotto in grado alterare pesantemente il discorso pubblico, far sfigurare la politica americana e mettere in pericolo le sue stesse istanze democratiche. In particolare, con la sua ascesa a leader della politica repubblicana – di cui ricordiamo l’appoggio ai governi di Margaret Thatcher e John Major nei primi anni ’90 – Murdoch saputo dar vita a un’agenda mediatica in grado di solleticare le fantasie e le paure più diffuse del suo pubblico.
Di certo, Murdoch non è l’unico colpevole del processo di polarizzazione dell’opinione pubblica americana. Ma è altrettanto sensato sostenere che ne sia stato uno dei principali protagonisti e promotori. La sua influenza è innegabile: tra il 1969 e il1981, inizialmente grazie alla possente eredità familiare, ha acquistato in Gran Bretagna il News of the World, il The Sun, il Sunday Times, e il The Times; mentre, negli Stati Uniti il New York Post, il New York Magazine. Inoltre, nel 1985, dopo aver acquistato la cittadinanza americana, ha comprato gli studi del 20th Century Fox a Hollywood. Senza dimenticare di menzionare una delle più recenti e illustri conquiste di Murdoch, ossia quella rappresentata dall’acquisto del Wall Street Journal dalla famiglia Bancroft nel 2007.
Una narrazione contraddittoria
Nella lettera inviata ai collaboratori per annunciare la sua uscita giovedì, Murdoch si rappresenta come il paladino che ha combattuto “la battaglia per la libertà di parola e, in ultima analisi, la libertà di pensiero“. Facendo da eco agli stessi opinionisti di Fox News, Murdoch ha attaccato le “élite”, che ha raffigurato come “apertamente disprezzanti nei confronti di coloro che non fanno parte della loro classe rarefatta“.
“La maggior parte dei media è in combutta con queste élite, che spacciano narrazioni politiche piuttosto che perseguire la verità“, ha scritto Murdoch, senza alcuna allusione ironica. Se non altro, seppur fosse una lettera inviata ai suoi collaboratori, avrebbe dovuto far storcere il naso un dettaglio abbastanza ingombrante che circonda la narrazione costruita dal magnate: Murdoch è un miliardario che ha trascorso la sua vita a contatto con i membri più elitari della società. Paradossalmente, sembra che l’ormai ex presidente di Fox Corporation e News Corporation abbia principalmente fornito una descrizione molto appropriata di sé. Di un uomo le cui aziende hanno stampato denaro attraverso la diffusione di narrazioni oltraggiose volte a soddisfare la sete del suo pubblico tragicamente ingannato.
Tra pandemia e governo Trump
Ma non è certo la prima volta che si osserva un Murdoch dal doppio volto. Se durante la pandemia è stato uno dei primi destinatari al mondo del vaccino per il Covid-19, è stato anche uno dei primi a tacere mentre finanziava schiere di commentatori che promuovevano fake-news sul virus e teorie cospirative sui vaccini. A tal riguardo, non è possibile misurare il costo delle vite umane reali che hanno pagato a caro prezzo gli effetti questa diffusa agenda mediatica.
Il costo delle menzogne elettorali diffuse dalla Fox News di Murdoch per proteggere Donald Trump è invece più facilmente misurabile. Ricordiamo le enormi cause per diffamazione intentate dalle aziende di voto digitale Dominion Voting Systems e Smartmatic. Murdoch, infatti, all’inizio di quest’anno ha dovuto pagare a Dominion la cifra di 787,5 milioni di dollari per patteggiare ed evitare un processo con giuria. Fox News, dal canto suo, deve invece affrontare una causa da 2,7 miliardi di dollari.
La successione al trono
La domanda che viene naturale porsi a questo punto è: perché proprio adesso? Perché fare un annuncio del genere di giovedì 21 settembre 2023? Forse, nominare da adesso il figlio Lachlan presidente di entrambe le società renderà meno probabile l’eventuale verificarsi di una guerra fratricida per la successione al trono. In effetti, apporre in prima persona la corona sul capo del figlio sembra un deterrente abbastanza efficace per scoraggiare le ambizioni dei fratelli. O forse bolle qualcos’altro in pentola. Murdoch ha dichiarato nella sua nota di essere “inrobusta salute”. Ma dopo tutto è pur sempre un anziano di 92 anni.
L’altra domanda è: che impatto avrà questa transizione sull’organizzazione delle aziende di Murdoch? Il magnate ha tenuto molto a precisare quanto Lachlan condivida la sua visione del mondo. Ma i ranghi esecutivi di Fox e News Corporation sono composti da storici e fedeli subalterni di Murdoch. Lachlan opererà delle sostituzioni più funzionali alla sua figura? O manterrà il corpus direttivo che per anni ha curato la vita e la prosperità di ambedue le società? Soltanto i prossimi sviluppi ci lasceranno intuire qualcosa in più.
Articolo a cura di Davide Guacci