La strada stretta del nuovo patent box

Il patent box alimenta dubbi sul fronte imprenditoriale e anche Assoholding sta valutando con attenzione gli effetti delle recenti revisioni al provvedimento nato per incentivare uso e cessione di beni immateriali.
La Legge di Bilancio 2022 ha, infatti, nuovamente riscritto la disciplina introdotta nel 2021 ed entrata in vigore a fine dello scorso anno.
Le principali modifiche operate dal legislatore al regime di primo ingresso del patent box prevedono un incremento della maggiorazione delle spese di ricerca e sviluppo dal 90 al 110% e l’esclusione di alcuni beni immateriali agevolabili tra cui marchi d’impresa, processi, formule e know-how.
Il regime agevolabile è stato invece confermato per i costi relativi a software coperti da copyright, brevetti industriali, disegni e modelli.
“Tra le altre novità apportate – spiega il Presidente di Assoholding, Gaetano De Vito –, oltre all’esclusione dei marchi, è stata prevista la sostituzione del comma 8 secondo il quale la normativa in esame si applica a tutte le opzioni esercitate, con riguardo al periodo d’imposta in corso alla data di entrata vigore e ai successivi periodi”.
Altresì è opportuno evidenziare come sia stato introdotto un meccanismo di “Recapture”, su base ottennale, il quale consente il recupero del beneficio non utilizzato esclusivamente in relazione alle spese di ricerca e sviluppo, le quali, ex post, “hanno dato vita” ad un bene immateriale.
Sempre la Legge di Bilancio 2022 ha introdotto l’eliminazione del divieto di cumulo della “super deduzione” con il credito d’imposta relativo all’attività di ricerca e sviluppo. In questo ginepraio di
modifiche legislative il provvedimento di sgravio degli intangibles ha conosciuto un percorso normativo di definizione non poco travagliato.
“Il nuovo corso della normativa si porta dietro un corto circuito precedente – precisa ancora De Vito
– legato ad una modifica legislativa che ha abolito a partire dal 2020 le precedenti norme, con effetti che hanno preso il via in concomitanza alle scadenze di chiusura degli esercizi fiscali”.
I primi ad esprimere riserve sull’assetto legislativo dato al provvedimento di incentivo sono stati gli imprenditori. I tecnici di Assoholding segnalano infatti che da tempo le maggiori categorie produttive lamentano regimi non coerenti tra il patent box e il credito d’imposta inerente l’attività di ricerca e sviluppo.
“In seconda battuta sempre le rappresentanze di categoria non escludono che, il provvedimento, per come è stato concepito, rischi di favorire le imprese che hanno maggiore disponibilità nell’immettere capitali e investire, a scapito di chi merita per i risultati economici ottenuti.”
In effetti l’intervento entrato in vigore nel 2021 con il Decreto Legge n.146 ha profondamente modificato l’impianto del primo modello di patent box proposto dalle autorità fiscali. A fare da contraltare alle innumerevoli riserve sulla modifica legislativa i vantaggi che la nuova normativa è in grado di esprimere.
“È indubbio – spiegano i tecnici di Assoholding – come sia stata introdotta una profonda semplificazione del calcolo del beneficio. Nonostante ciò è doveroso ascoltare il mondo imprenditoriale che, comprensibilmente, chiede stabilità negli incentivi e coerenza”.