La pacchia è finita? Le banche frenano e i tassi dei mutui crescono

Il costo del denaro chiesto in prestito continua a crescere. È, infatti, il secondo mese consecutivo che i tassi dei mutui e dei prestiti registrano lievi aumenti, incrementi che hanno un’influenza minima sull’importo della rata, ma segnalano come l’atteggiamento degli istituti bancari sia cambiato rispetto a non molto tempo fa.
L’anno di svolta è stato il 2016, quando le banche hanno ricominciato ad erogare prestiti ai clienti, dopo un decennio di gelo finanziario; da quel momento i tassi sono via via scesi, fino ad arrivare a percentuali davvero irrisorie, mai viste prima.
Nell’ultimo anno il settore del credito è ripartito e stipulare un mutuo è diventato un buon investimento anche grazie a un mercato immobiliare fermo che si propone con prezzi stabili da tempo, nonostante una sostanziale ripresa dell’intero segmento.
L’insediamento del nuovo Governo, però, con la conseguente impennata dello spread che ha spaventato tutti, sta cominciando a produrre effetti negativi. Va detto che nell’immediato gli esperti del settore hanno rassicurato un pò tutti, dichiarando che l’andamento del differenziale tra Btp e Bund non è direttamente connesso con i tassi che vengono applicati ai mutui da erogare. E, in effetti, nei primi mesi dell’autunno il costo dei mutui è sceso, lasciando di stucco chi si aspettava una crisi del settore.
La pacchia sembra, però, finita e le cause sono molteplici.
Da una parte se il differenziale Btp-Bund continua a mantenersi alto, le banche saranno obbligate a spendere di più per acquistare nuovi capitali, aumento che inevitabilmente verrebbe ricaricato sui prodotti proposti ai clienti.
Il rialzo di questi ultimi due mesi, però, è molto probabilmente connesso più al clima di instabilità politica, soprattutto per quanto riguarda il braccio di ferro che si è consumato intorno alla Manovra Finanziaria presentata dal Governo.
È probabile, infatti, che gli istituti di credito stiano attendendo notizie più certe prima di ricominciare con le erogazioni, che, in effetti, in questo momento risultano in stand by.
Si dovrebbe tornare a una situazione vantaggiosa quantomeno fino a metà del 2019.
Al di là dell’andamento dei tassi, però, l’Abi certifica che le richieste di mutui e prestiti continuano a crescere, si parla in generale di un +1,5% su base annua e di un +2,3% per quanto riguarda i mutui. Risultano particolarmente gettonate le surroghe, strumento finanziario rivolto a quei clienti che hanno già acceso un mutuo e che cercano condizioni migliori.