Uànema: Napoli e il Suo Affascinante Tributo ai Morti

Napoli e il suo speciale rapporto con la morte, fatto di vicinanza e prossimità e non di repulsione, hanno ispirato, per il secondo anno consecutivo, Uànema, la festa degli altri vivi.
La rassegna, promossa dal Comune di Napoli, torna, dopo il grande successo dello scorso anno, dal 28 ottobre al 1 novembre con una serie di eventi organizzati nei luoghi dove si conserva intatto da secoli il culto dei morti e delle Anime Pezzentelle.
Gli eventi sono gratuiti e consistono in visite guidate serali presso chiese ed ipogei, proiezioni cinematografiche notturne e performance teatrali e musicali. È prevista una grande affluenza grazie all’offerta variegata di eventi.
Numerose aperture straordinarie serali e notturne permetteranno ai visitatori di essere guidati in luoghi santi e misteriosi come gli ipogei della Chiesa di S. Anna dei Lombardi e della Chiesa di Santa Maria delle anime del Purgatorio ad Arco, di Santa Luciella e della splendida Basilica di S. Giovanni Maggiore, della Chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini e della Basilica di San Pietro ad Aram, le catacombe di S. Gennaro e il cimitero delle 366 fosse e tanti altri luoghi meravigliosi e segreti legati al culto dei morti.
Nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre il Multicinema Modernissimo dalla mezzanotte alle 5 proietterà una serie di film horror asiatici, dallo zombie-movie campione di incassi coreano Train to Busan a Kwaidandi Masaki Kobayashi, capolavoro del 1964, pluripremiato a Cannes e da molti considerato uno dei film più belli della storia del cinema.
Ma un tempo a Napoli la Festa dei morti durava ben 9 giorni e veniva chiamata il Novenario dei morti ed è per questo che la rassegna Uànema prevede una serie di performance teatrali, musicali e vivaci cortei che accompagneranno turisti e curiosi napoletani attraverso strade e vicoli del centro storico. Molti teatri del Centro apriranno i loro palcoscenici a letture, concerti, spettacoli e show comici, dove si affronterà il tema della morte in maniera liberatoria e grottesca, fantasiosa ed ironica.
Non mancheranno nemmeno i tributi a grandi nomi della letteratura italiana: il 31 ottobre presso la chiesa di Santa Maria Materdomini e Terrasanta sarà in scena La morte in Versi: Foscolo e Leopardi, reading e confronto con la visione della morte tra i due autori, a cura di Matteo Palumbo e Cecilia Lupoli.
Degna di nota la presenza di Anna-Maria Hefele, artista eclettica con una straordinaria varietà di competenze vocali, che spaziano dal canto classico al canto armonico polifonico. Perché questa manifestazione non è stata ispirata da folklore ma da cultura, in ogni sua declinazione.
Special event del 2 novembre al TIN – Teatro Instabile Napoli- sarà 10 Monologhi sulla Morte, di e con Alessandro Gori. L’obiettivo dell’opera teatrale è quello di proporre al pubblico una riflessione sulla bellezza della vita e dell’esistenza quotidiana, sempre con uno spirito leggero e un tocco di buonumore.
Uànema cattura lo spirito unico di Napoli e la sua relazione speciale con la morte, offrendo ai visitatori l’opportunità di esplorare il passato e il presente attraverso la lente della cultura e dell’arte. Questa imperdibile manifestazione invita i suoi partecipanti a riflettere sulla bellezza della vita e dell’esistenza quotidiana con leggerezza e buonumore, contribuendo a mantenere vivo il ricco patrimonio culturale della città.
Napoli e il Millenario Legame con Parthenope: Visite Esclusive alla Basilica di San Giovanni Maggiore e ai Due Ipogei Appena Riaperti
Visite serali guidate alla Basilica di San Giovanni Maggiore e ai due ipogei rimasti chiusi al pubblico per quasi 2 secoli e riaperti solo da pochi mesi grazie all’appassionato impegno dei volontari dell’Associazione Artenhope A.P.S.

In occasione di Uànema, le guide condurranno i visitatori tra la storia dell’antichissima Basilica, sorta sui resti di un antico tempio pagano di epoca adrianea. Nelle suggestive e misteriose serate del 30 e 31 ottobre e del 1 novembre, sarà raccontato il suo percorso attraverso le vicende millenarie della città di Napoli, da epoche remotissime fino ai nostri giorni.
La Basilica a croce latina è ben nota ai napoletani anche per ospitare al suo interno una misteriosa lapide risalente al III-IV secolo d.C., con un’incisione che pare esorti a una protezione della città: «Omnigenum Rex Altor Partenopem tege fauste». (Altissimo creatore di tutte le cose proteggi felicemente Parthenope). In un rapporto fra pagano e cristiano, Dio è invocato nella benedizione di quella sirena mitologica tanto cara ai coloni greci, fondatori della città.
Napoli ha infatti un millenario legame con la leggenda legata alla nascita della città. Secondo il mito classico di Omero nel XII canto dell’Odissea, la sirena Parthenope, in preda alla disperazione per non essere riuscita ad ammaliare Ulisse e i suoi marinai con il suo canto melodioso, decise di gettarsi in mare, insieme alle sue sorelle Ligea e Leucosia, e di lasciarsi morire.
Il corpo di Parthenope arrivò alle foci del fiume Sebeto, nei pressi dell’isolotto di Megaride sorto nell’area in cui oggi c’è il Castel dell’Ovo. In quel luogo venne trovato dai pescatori, che iniziarono a venerarlo e decisero di porre le fondamenta della città di Parthenope proprio intorno al corpo senza vita della sirena.
Anche nelle sue mitologiche fondamenta greche riecheggia quel legame unico con la morte.
Così crebbe una città che prese il nome della sirena morta per un amore non corrisposto, Parthenope. La città si espanse, fino a diventare una nuova città, Neapolis, oggi Napoli.