Barriere architettoniche | Il caso della palladiana Villa Caldogno nel vicentino
L’Arte è un bene universale. Ma sembra che, a tutt’oggi, si verifichino delle situazioni in cui il bene artistico debba ancora essere riservato a pochi privilegiati, quando nei secoli passati gli artisti lavoravano su commissione delle grandi famiglie patrizie.
Non è un caso isolato quello di cui siamo venuti a conoscenza, ma emblematico della questione sulle barriere architettoniche che tuttora impediscono, in vari siti artistici italiani, la fruizione a persone disabili del nostro impareggiabile patrimonio culturale.
E’ accaduto alla signora Luciana Bottazzi di Vicenza, la quale, ad onta dei suoi 87 anni, è donna assai lucida e combattiva . La stessa è ospite del pensionato vicino alla palladiana Villa Caldogno a pochi chilometri a nord del capoluogo ed essendo disabile, poiché costretta a spostarsi in carrozzina, nutre il vivo desiderio di poter accedere al piano nobile della Villa. Ma non può.
Così la signora Bottazzi, non perdendosi d’animo, ha deciso di scrivere una bella lettera al direttore del Giornale di Vicenza Luca Ancetti, nella quale, esprimendo tutto il rammarico per la sua privazione, chiede alle autorità comunali di voler rimediare in qualche modo a tale lacuna. Il direttore del giornale non ha posto tempo in mezzo e si è messo in contatto con il sindaco di Caldogno Nicola Ferronato, il quale, pur dichiarando tutta la sensibilità della locale amministrazione comunale verso il problema dei disabili, ha manifestato il suo “imbarazzo per non essere in grado di fornire una soluzione alla richiesta della signora Bottazzi in tempi brevi e certi”.
E’ il caso di rilevare – come aveva sottolineato la signora Bottazzi nella lettera di cui sopra- che, se la Soprintendenza alle Belle Arti aveva permesso la rampa di legno per l’accesso a Palazzo Chiericati, stupendo esempio di creazione palladiana sito nella piazza centrale di Vicenza, non si vede perché una soluzione del genere non possa essere adottata anche per Caldogno.
Villa Caldogno
Questa bellissima Villa fu progettata da Andrea Palladio per la famiglia amica dei Caldogno come residenza di campagna e come visibile dai tre archi d’entrata in caratteristico bugnato rustico. Iniziata nel 1542, la sua costruzione venne conclusa intorno al 1570 con tutto il prezioso ciclo di affreschi dai temi bucolici e pastorali appartenenti alla mitologia classica allora in voga, cui posero mano artisti di tarda scuola rinascimentale, come Massari, Fasolo, Zelotti, Carpioni.
Nel 1996, al pari delle altre ville palladiane gloria del territorio vicentino, fu dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. E’ comprensibile quindi come il Comune di Caldogno tenga a cuore questo suo tesoro, meta continua di visitatori e sede di importanti eventi culturali.
Riteniamo che la bellezza del luogo non possa comunque venir danneggiata da una pedana mobile, magari collocata presso una delle entrate secondarie della Villa. Offrire alle persone disabili la possibilità di accedere liberamente al piano nobile della Villa al pari dei cosiddetti “normodotati” costituirebbe un punto di onore per il Comune di Caldogno e per il suo Sindaco in prima persona qualora desse corso a tale iniziativa in tempi non biblici.
Aiutiamo una signora che ha ancora tanta voglia di vivere e di godere le bellezze del nostro patrimonio artistico, perché l’età sta nel cervello e non nelle gambe. Aiutando la signora Bottazzi è un primo passo per aiutare tutte le altre persone – e sono tante – che si trovano nella sua stessa situazione.
Vale osservare che, quando l’Unesco dichiara un sito artistico patrimonio dell’umanità, intende significare l’umanità intera. E le indicazioni dell’Unesco non sono parole al vento.