Estate del libro in Somalia: tre fiere per rilanciare l’editoria e le librerie

Un’estate all’insegna della cultura letteraria caratterizzerà tre diverse regioni della Somalia. Dopo l’Hargeysa International Book Fair (23-28 luglio) e la Garowe International Book Fair (28-30 luglio), fra pochi giorni inizierà la seconda edizione della Mogadishu Book Fair.
Tre giorni – dal 17 al 19 agosto – per «promuovere i libri, la lettura, la cultura e il patrimonio riunendo da ogni parte del mondo autori, studiosi, poeti e librai, esponendo al pubblica un mix di letteratura somala e internazionale». Questi gli obiettivi, perseguiti anche dalle precedenti esposizioni, di una fiera del libro organizzata in un Paese in cui il folklore e la cultura africani sono parte dell’identità della popolazione.
Come si legge su Quartz, in un contesto politico potenzialmente «torbido» come quello dell’Africa Orientale, «i cittadini dimostrano di essere uniti nel loro entusiasmo per i libri e le fiere letterarie. Rappresentativo di una nazione stanca della guerra, che si sta lentamente stabilizzando, si registra un leggero aumento nel numero dei festival che promuovono i libri e la lettura».
Fiere come quelle di Hargeysa, Garowe e Mogadiscio diventano, quindi, una finestra sul mondo della cultura africana, nonché un punto di convergenza tra la letteratura occidentale e quella locale. Testi di autori classici quali Shakespeare e Tolstoj sono venduti accanto a brevi antologie di poesie e racconti di scrittori somali, i quali sembrano acquisire, in quel particolare contesto, l’importanza che i mostri sacri della letteratura, prima di loro, hanno guadagnato.
Come in tutte le fiere del libro a cui siamo abituati, anche qui gli eventi e le presentazioni rappresentano un nodo cruciale delle kermesse letterarie, in quanto permettono non solo ai nuovi autori di farsi conoscere, ma anche lo scambio di idee per discutere del futuro del libro in un Paese che, segnato da anni di guerre civili, sta lentamente riscrivendo se stesso: «quella di Hargeysa e le altre fiere enfatizzano il potere della parola scritta in un Paese dove la tradizione del racconto orale è stata la normalità per molti secoli».
Non solo i professionisti dell’editoria, ma la popolazione tutta, attendono che si replichi a Mogadiscio il successo ottenuto dall’Hargeysa Book Fair. Dopo l’inaugurazione dello scorso anno, migliaia di persone sono in attesa della tre giorni di Mogadiscio, in cui più di 3000 libri saranno messi in esposizione. Se per noi questo non rappresenta un grande numero, va preso in considerazione il fatto che si parla di un Paese che non gode di un vero e proprio commercio librario, in cui le biblioteche pubbliche e le librerie sono scarse per non dire inesistenti.
A dispetto di questo – o forse proprio per questo – il successo della fiera del libro di Mogadiscio dello scorso anno ha ispirato givani imprenditori come Mohamed Dubo, che poco più di tre mesi fa ha aperto la prima importante libreria della città, la National Book Central. Con un catalogo di oltre 20 mila libri, la libreria di Dubo offre ai lettori di Mogadiscio una vasta gamma di titoli tra cui scegliere, dai testi di auto-aiuto, ai romanzi, alle autobiografie.
Se le fiere del libro passano e una volta concluse non lasciano traccia, la libreria di Dubo può diventare un punto di riferimento letterario permamente della città. O almeno questa è la speranza.